11/11/2025
Lolita Rinforzi, la poesia che nasce dal quotidiano e guarda alla luna
Interviste

Lolita Rinforzi, la poesia che nasce dal quotidiano e guarda alla luna

Set 15, 2025

Articolo a cura di Ilaria Solazzo

In un’epoca in cui la poesia sembra spesso relegata ai margini del panorama culturale, una voce come quella di Lolita Rinforzi emerge con forza e discrezione, come un fiume carsico che scorre sotterraneo e improvvisamente riemerge in superficie, limpido e potente. Umbra di origine — nata a Perugia, ma profondamente legata ad Assisi, dove vive e lavora — Rinforzi rappresenta una delle figure più interessanti della poesia contemporanea italiana, capace di coniugare ispirazione lirica, impegno culturale e un innato senso di appartenenza al territorio.

Il suo ingresso nel mondo letterario risale al 2013 quando pubblica la sua prima raccolta di versi Percors, stati d’animo in divenire. Da allora, ha continuato a coltivare la scrittura con passione e costanza, Quello che prima portava avanti in parallelo con l’attività lavorativa ora è la sua professione principale. Da scrivere per sé, “Scrivo perché ho bisogno. Le parole mi tengono in equilibrio”, è passata ad essere promotrice e divulgatrice della cultura e dell’arte.

E forse è proprio questa dimensione intima, quotidiana e autentica a rendere i suoi versi così efficaci. Nelle raccolte più recenti, come Prisma di emozioni (2024, De Nigris Editore) e Stagioni in versi liberi (2017, Il Formichiere), il lettore trova un linguaggio diretto ma evocativo, che parla di amore, memoria, natura, tempo. Le stagioni diventano metafora dell’esistenza, mentre i colori delle emozioni prendono forma in componimenti liberi da ogni vincolo metrico, ma mai privi di ritmo. Rinforzi infatti predilige il verso libero, convinta che l’anima non possa piegarsi a schemi rigidi, che l’onda delle emozioni vada seguita e non incanalata.

Accanto a questi titoli, si colloca anche la raccolta Realtà sospesa (Bertoni Editore, 2023), pubblicata a distanza di pochi anni dalla crisi sanitaria globale che ha segnato profondamente la nostra epoca. Il libro — 88 pagine intense, in vendita su tutti gli store online dal 24 gennaio 2023 — raccoglie una serie di componimenti nati durante e dopo la pandemia di Covid-19. La stessa autrice lo definisce come un “diario poetico della sospensione”. Versi che ripercorrono in ordine cronologico lo sconvolgimento iniziale, il buio angosciante dei primi mesi, il silenzio assordante delle città svuotate, ma anche la lenta risalita, la speranza che affiora e il bisogno di tornare a vivere, pur tra paure e incertezze. Una testimonianza lirica di quel tempo sospeso che ha segnato l’intera umanità. “Ciò che ho vissuto e abbiamo vissuto non poteva essere ignorato”, scrive Rinforzi nella prefazione, spiegando la necessità quasi etica di fissare sulla carta quell’esperienza condivisa.

Ma la poesia, per lei, non si limita alla pagina scritta. Negli anni ha sperimentato nuovi linguaggi, come la videopoesia. Durante il lockdown ha creato Chiedo alla luna, un’opera in cui la parola poetica si fonde con musica, immagini e voce narrante, dando vita a un’esperienza sensoriale che racconta la fragilità e la forza del momento storico vissuto. È stato anche un modo per superare la distanza, per portare la poesia là dove la presenza fisica non era possibile. Una forma di resistenza culturale, potremmo dire.

I riconoscimenti non sono mancati. Tra i premi più significativi ricevuti da Rinforzi figura una menzione d’onore al prestigioso Premio Alda Merini per la poesia A mio figlio, in cui l’autrice mette a nudo l’amore materno con toccante sincerità. La videopoesia L’attrazione ha invece trionfato al Pegasus Literary Awards – Città di Cattolica, mentre l’opera Il Pianoforte ha ottenuto il primo posto nell’omonimo Premio Nazionale. Sono segnali di una voce che sa farsi ascoltare anche fuori dai circuiti tradizionali, attraverso concorsi, festival, presentazioni pubbliche e collaborazioni con enti culturali.

Tuttavia, l’opera di Rinforzi va ben oltre la dimensione individuale. Da anni è attivamente impegnata nella promozione culturale nel territorio umbro. È cofondatrice dell’associazione Pensieri Creativi, con sede ad Assisi, che organizza il Premio Letterario Internazionale “Città di Assisi”. Collabora inoltre con il Centro Internazionale per la Pace fra i Popoli e ha ricevuto l’onorificenza di “Cavaliere del millennio per la pace”, un riconoscimento che parla del suo impegno non solo letterario, ma anche umano ed è Ambasciatrice per l’Umbria e le Marche del Movimento Italiano per la Gentilezza.

Non è raro vederla protagonista di eventi letterari ospitati in luoghi storici di rara suggestione, come il Foro Romano di Assisi o il Museo Archeologico. In queste occasioni, la poesia diventa veicolo di bellezza e di memoria, ponte tra passato e presente, tra parola scritta e voce viva. E spesso i suoi eventi sono patrocinati da istituzioni locali, a testimonianza di un lavoro culturale riconosciuto e radicato nella comunità.

Come molti poeti contemporanei, anche Rinforzi si muove in un equilibrio delicato tra la necessità di esprimersi e quella di farsi leggere. La poesia oggi non è un genere commerciale, eppure resiste. Resiste grazie a chi, come lei, non scrive per moda o ambizione, ma perché la scrittura è parte del proprio modo di stare al mondo.

Nel suo percorso, Lolita Rinforzi ha saputo costruire una poetica personale, nutrita di quotidianità, di affetti, di sguardi attenti sul mondo. È una poesia che non urla, ma che arriva. Una poesia che parla con la voce della vita, e che invita il lettore a fermarsi un attimo, ad ascoltare, a guardare la luna.

Intervista a Lolita Rinforzi: “La poesia è uno specchio che restituisce ciò che siamo”

Abbiamo intervistato – oggi – telefonicamente Lolita Rinforzi, poetessa umbra che negli ultimi anni ha saputo dare voce all’animo umano con liriche profonde e sempre ancorate alla realtà. Le sue raccolte – da Stagioni in versi liberi a Realtà sospesa – tracciano un percorso intenso e personale, capace di parlare a un pubblico ampio e trasversale. Le abbiamo posto alcune domande per conoscere meglio la sua visione poetica, il suo impegno culturale e il significato di scrivere versi oggi.

  • Dottoressa Rinforzi, quando è nata in Lei la necessità di scrivere poesia?

La scrittura è sempre stata una compagna silenziosa. Da ragazza riempivo quaderni con pensieri, immagini, riflessioni, ma solo nel 2013 ho sentito il bisogno di condividere ciò che scrivevo. Non è stato un passaggio immediato. Scrivere per me è un gesto intimo, ma a un certo punto ho capito che certe emozioni possono diventare anche voce collettiva. E la poesia, più di ogni altro linguaggio, riesce a toccare l’essenziale.

  • Nelle sue opere, soprattutto in Prisma di emozioni e Stagioni in versi liberi, l’esperienza personale e il paesaggio sembrano fondersi. È una scelta consapevole?

Sì, lo è. Credo che ogni emozione abbia un “colore”, un tempo, persino un clima. Le stagioni della natura si intrecciano con le stagioni dell’anima. Il paesaggio umbro mi ispira ogni giorno: il silenzio delle colline, i cambi di luce, la ciclicità della vita rurale. La poesia nasce anche da ciò che si respira, da ciò che si osserva senza fretta.

  • La sua raccolta Realtà sospesa, edita da Bertoni Editore, è una testimonianza poetica del tempo della pandemia. Com’è nato questo libro?

È nato come un’urgenza. Durante i mesi più duri del lockdown, ho sentito il bisogno di mettere ordine nei pensieri e nei timori. La poesia mi ha aiutata a elaborare quello che stava accadendo. Realtà sospesa raccoglie testi scritti in ordine cronologico, dal buio dell’inizio alla speranza del ritorno alla vita. È una testimonianza, ma anche una forma di memoria collettiva.

  • Che ruolo ha avuto la videopoesia nel suo percorso?

Fondamentale. Con Chiedo alla luna, nata proprio durante il periodo di isolamento, ho potuto unire parola, musica e immagine. È un linguaggio che coinvolge i sensi e arriva in modo diretto. La videopoesia mi ha permesso di sperimentare e raggiungere anche chi, magari, non leggerebbe un libro di poesie esoprattutto i giovani, con i quali nei vari incontri presso le scuole e al Festival TWS di Todi nel 2024, a cui hanno partecipato migliaia di studenti da tutta Italia ho avuto modo di interagire e confrontarmi con loro e li ho visti molto partecipi e interessati a questa forma d’arte a loro sconosciuta. E’ una forma espressiva completa e contemporanea. Nel 2023 con la videopoesia sono stata ammessa alle selezioni del David di Donatello. E quest’anno sarò ospite de “Il cortile di Francesco” un’importante manifestazione culturale organizzata dal Sacro Convento di Assisi, dove avrò la possibilità di far conoscere la videopoesia come forma espressiva d’arte e proiettare le mie opere.

  • Lei ha ricevuto diversi riconoscimenti in premi letterari nazionali. Quanto contano per Lei questi riconoscimenti?

Ogni riconoscimento è un incoraggiamento, ma non è il fine. Quando una giuria, o semplicemente un lettore, si emoziona leggendo una mia poesia, sento che il messaggio è arrivato. Il Premio Alda Merini, ad esempio, mi ha onorato profondamente, ma il vero premio è sapere che qualcuno si è sentito compreso tra le mie parole.

  • Il suo impegno culturale è molto attivo anche sul territorio. Ce ne parla?

Sono fondatrice dell’associazione Pensieri Creativi ad Assisi. L’obiettivo è promuovere la scrittura, il pensiero, l’incontro tra persone che credono nel potere della parola. Organizziamo ogni anno il Premio Letterario Internazionale “Città di Assisi”, giunto alla 5^ edizione e collaboriamo con enti che lavorano per la pace e il dialogo. Credo che la cultura debba sempre essere un ponteMI piace spaziare in diversi ambiti e sperimentare, ma soprattutto coinvolgere persone nel dialogo e nella cultura che rappresentano prima di tutto libertà e crescita personale.

  • Come definirebbe oggi il ruolo della poesia nella società contemporanea?

La poesia oggi è più necessaria che mai, anche se spesso invisibile. In un mondo rumoroso, accelerato, frammentato, la poesia chiede silenzio, attenzione, profondità. È uno specchio che non mente. Non è evasione, ma comprensione. E seppure resta un linguaggio di nicchia, ha un potere trasformativo che non va sottovalutato.

  • Un’ultima domanda: cosa sta scrivendo in questo momento?

In sincerità al momento molti sono gli impegni e rubano un po’ il tempo alla scrittura. Ho iniziato un nuovo romanzo che spero al più presto di portare a termine. Totalmente diverso da quello pubblicato nel 2021 con Albatros Edizioni, “Un passo dall’inferno”, anche questo frutto del periodo del lockdowm che tratta un tema attuale, sociale e sopattutto di genere: il mobbing. Un romanzo che ha al suo attivo diversi e importanti riconoscimenti e ha girato l’Europa in importanti fiere internazionali.

Grazie, Signora Rinforzi, per la sua disponibilità e per la profondità del suo sguardo.

Grazie a voi. È sempre un onore parlare di poesia con chi la ascolta con rispetto.

Incontrare Lolita Rinforzi significa entrare in una dimensione dove la parola non è ornamento, ma sostanza. Le sue poesie non gridano, non cercano il clamore: sussurrano, avvolgono, fanno luce nei punti in ombra dell’esistenza. È raro oggi trovare una voce poetica così coerente, capace di custodire l’intimità e insieme di restituirla agli altri con delicatezza, senza retorica, senza artificio.

Nel suo cammino tra versi liberi, paesaggi interiori e impegno civile, Rinforzi dimostra che la poesia non è un lusso, ma un bisogno essenziale. È uno strumento per restare umani, per ricordare, per curare. In un mondo che spesso dimentica di fermarsi, la sua opera è un invito silenzioso ma tenace a farlo: a respirare, a sentire, a pensare.

E in questo, la sua voce non solo resiste: persiste, come il battito lento ma costante di chi crede che, anche oggi, la bellezza abbia ancora il potere di cambiare le cose. Anche solo una persona alla volta.