Social Media e Minori: Un’Urgenza Educativa e Legislativa
Articolo a cura di Letizia Basile
L’accesso dei minori ai social media rappresenta una delle sfide più complesse e attuali per genitori, educatori e istituzioni. La recente decisione dell’Australia di vietare l’uso dei social media ai minori di 16 anni ha riacceso il dibattito anche in Italia, ponendo al centro della discussione i rischi e le responsabilità legati a un’esposizione precoce. Secondo un sondaggio della testata “La Tecnica della Scuola”, il 97% degli insegnanti ritiene necessarie restrizioni più severe per i minori di 14 anni. Questo dato riflette un’esigenza diffusa: proteggere i giovani da pericoli come dipendenza, calo della concentrazione e isolamento sociale.
L’utilizzo non regolamentato dei social media da parte dei più giovani comporta diversi rischi:

- Dipendenza digitale, con conseguente riduzione del tempo dedicato a studio, attività fisica e relazioni reali.
- Difficoltà relazionali, spesso legate alla comparazione sociale e al cyberbullismo.
- Impatto sulla salute mentale, con aumento di ansia e depressione.
- Esposizione a contenuti inappropriati, in assenza di controlli adeguati da parte delle piattaforme.
Alcuni mesi fa, ho scritto alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni proponendo una serie di misure legislative per proteggere i minori nel mondo digitale.
Le principali proposte includono:
- 1. Restrizioni più stringenti per l’accesso ai social media:

Verifica dell’età tramite strumenti come SPID, garantendo che l’iscrizione sia riservata ai maggiori di 16 anni.
Meccanismi per bloccare la creazione di account falsi o l’accesso non autorizzato da parte di minori.
- 2. Sanzioni per le piattaforme non conformi:
Multare le aziende tecnologiche che non rispettano le normative italiane, incentivando un comportamento più responsabile.
- 3. Etichette di avvertimento sui rischi legati all’uso eccessivo dei social media:
Simili a quelle utilizzate per i pacchetti di sigarette, per sensibilizzare sui pericoli per la salute mentale.
- 4. Trasparenza degli algoritmi delle piattaforme e dei social media:
Obbligare le piattaforme a rendere noti i criteri utilizzati per selezionare i contenuti mostrati agli utenti. Questo consentirebbe di identificare e contrastare dinamiche dannose, come la promozione di contenuti che creano dipendenza o incentivano comportamenti rischio
Rimango in attesa di una risposta concreta da parte del Governo alle proposte che ho presentato, fiduciosa che possano essere accolte e sviluppate per creare un futuro digitale più sicuro e consapevole per i nostri giovani.
Oltre alle misure legislative, è indispensabile anche investire in programmi educativi per insegnare ai giovani un uso consapevole della tecnologia. Le scuole, in collaborazione con famiglie e istituzioni, possono offrire:
- Laboratori di consapevolezza digitale, per analizzare abitudini personali e sviluppare strategie di gestione del tempo online.
- Workshop interattivi, che insegnino a riconoscere i rischi e a sfruttare il digitale in modo positivo.
- Campagne di sensibilizzazione, che coinvolgano studenti, genitori e insegnanti per promuovere una cultura digitale più responsabile.

Credo fermamente che il cambiamento debba nascere da una sinergia tra governo, scuole, aziende tecnologiche, esperti del settore e noi di #IoStaccoLaSpina. La creazione di un tavolo di confronto tra queste realtà può rappresentare un’opportunità unica per sviluppare soluzioni innovative e sostenibili, capaci di affrontare in modo efficace una problematica così complessa e di grande impatto sociale.
Proteggere i giovani significa garantire loro gli strumenti necessari per navigare il mondo digitale con consapevolezza e sicurezza. Non è una battaglia contro la tecnologia, ma per il suo utilizzo responsabile. Il tempo per agire è adesso. Continuerò a promuovere queste iniziative, nella speranza di contribuire a un futuro più sicuro per i nostri ragazzi, dove la tecnologia sia un mezzo e non un ostacolo alla loro crescita.