10/11/2025
Dalla panificazione, all’amore dei bambini speciali
Consigli per la Lettura Recensioni

Dalla panificazione, all’amore dei bambini speciali

Ott 16, 2025

I Consigliati di Milena Bonvissuto

Sonia Perin, nata in Friuli Venezia Giulia nel 1955, è una scrittrice che ha saputo trasformare la propria esperienza di vita in una narrazione intensa e multiforme. Veneziana d’adozione dal 2001, ha intrapreso il cammino della scrittura con una dedizione che ha dato vita a numerose opere, tra romanzi, poesie e racconti.

La sua prima pubblicazione, Una Favola Blu dedicata all’amata figlia Barbara, ha ottenuto riconoscimenti in diversi concorsi letterari e ha raggiunto una diffusione significativa, con ben 6.000 copie distribuite in tutto il Veneto. Da quel momento, la sua produzione non si è mai arrestata. Ogni titolo è un tassello di un percorso umano e creativo che si intreccia con la sua storia personale: da fornaia a operatrice per bambini autistici, Sonia ha vissuto il lavoro come forma di cura e ascolto, e la scrittura come spazio di libertà e denuncia.

Tra le sue opere più coraggiose troviamo: “Ti amo da morire” che si distingue per la scelta narrativa di raccontare la violenza non dalla parte della vittima, ma da quella di chi la infligge. Un punto di vista scomodo, ma necessario, per comprendere le dinamiche profonde e distorte che si celano dietro l’illusione dell’amore malato. Il titolo stesso è un ossimoro crudele: Ti amo da morire non è una dichiarazione romantica, ma una confessione di possesso, di dipendenza, di annientamento dell’altro.

Perin ci ricorda che nulla, mai, può giustificare la violenza, e che la responsabilità è sempre di chi la commette. Tuttavia, esplorare le radici psicologiche di questi comportamenti può aiutare a riconoscerli, prevenirli e disinnescarli. L’aggressore, spesso, non ama: possiede. Confonde l’amore con il controllo, l’affetto con la dipendenza, e la relazione diventa un campo di battaglia dove il potere si impone sulla libertà dell’altro. Fragilità narcisistica, gelosia patologica, incapacità di gestire le emozioni, traumi infantili e modelli culturali tossici si intrecciano in una spirale che porta alla distruzione.

Raccontare la storia dal punto di vista dell’aggressore non significa assolvere, ma illuminare le ombre. “Ti amo da morire” è un grido che rivela quanto l’amore possa essere travisato, deformato, fino a diventare arma. Sonia Perin, con la sua voce ferma e sensibile, ci offre uno specchio in cui guardare il volto più scomodo dell’umano, e ci ricorda che la letteratura può essere anche questo: uno strumento per capire, per cambiare, per non voltarsi mai dall’altra parte.

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