10/11/2025
Il ratto delle Sabine: un evento apparentemente violento narrato con garbo e leggerezza che si conclude con l’unione dei popoli e le risate spassionate del pubblico
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Il ratto delle Sabine: un evento apparentemente violento narrato con garbo e leggerezza che si conclude con l’unione dei popoli e le risate spassionate del pubblico

Mag 24, 2025

Articolo a cura di Angela Di Salvo

RAGUSA – La stagione teatrale del Duemila di Ragusa è arrivata al suo ultimo appuntamento, dopo aver portato sulla scena delle interessanti opere teatrali che hanno riscosso un grosso successo da parte del pubblico. Questa stagione è stata promossa dall’associazione culturale C&amM sotto la direzione artistica di Carlo Nobile.

Mercoledì giorno 21 maggio alle ore alle 21, è stata rappresentato il lavoro teatrale“Il ratto delle Sabine”, diretto e interpretato dal versatile attore Pippo Pattavina.  E’ indubbiamente  un classico del teatro comico tratto dall’opera dell’austriaco Franz VönSchönthan  composta nel 1885, piece che continua a risultare gradita al pubblico con la sua freschezza e l’originalità della vicenda e dei personaggi.

L’adattamento di Pattavina e Orazio Torrisi,  senza stravolgere l’impianto originale, ha aggiunto al testo una ventata di modernità, esaltando e valorizzando quegli aspetti antropologici che rendono una commedia comica ancora più piacevole, frizzante e originale, grazie anche a un’accorta regia che ha saputo guidare gli attori nella interpretazione ottimale del testo.

Lo spettacolo ha regalato al numeroso pubblico presente due ore di vero e proprio divertimento,  mentre non sono mancate risate e momenti esilaranti  vissute dagli spettatori con intensità e spensieratezza.

La Trama

Tutta la vicenda è imperniata attorno al protagonista a Nicolino Trombone, un capo comico ingenuo e poco istruito che un giorno incontra per caso il maestro elementare Agostino Zumbo il quale si presenta come un appassionato di teatro e aspirante autore teatrale. Egli ha scritto da tempo un dramma dal titolo “Il ratto delle Sabine”, ispirato all’episodio storico avvolto nella leggenda narrato dallo storico Tito Livio nelle sua monumentale opera “Ab urbe condita” nel 27 a.C.  

Secondo al tradizione, Romolo, dopo aver fondato Roma nel 753 , si era rivolto alle popolazioni vicine per stringere alleanze e ottenere delle donne con cui procreare e popolare la nuova città. Al rifiuto dei vicini rispose con l’inganno, organizzando un grande spettacolo per attirare gli abitanti della regione e rapire le loro donne. Anche se si tratta di un evento apparentemente brutale e violento, Livio dichiara che non vi fu violenza sessuale. Al contrario Romolo offrì alle donne libera scelta e promise loro pieni diritti civili e di proprietà . I popoli che avevano subito l’affronto chiesero la liberazione delle fanciulle, ma il re di Roma si rifiutò di rilasciarle, causando una guerra  che si concluse con la vittoria dei Romani e la stipula di una trattato di pace che si sarebbe evoluta nella fusione nel’unione dei popoli con comunione di potere e di cittadinanza.

 Il maestro pieno di entusiasmo  propone a Trombone di rappresentare il suo dramma, ,ma la sua totale inesperienza e la superficialità di Trombone, daranno vita a  situazioni comiche ed divertentissime. Le vicende si complicano ulteriormente con la presenza di situazioni sentimentali e segreti familiari, dando vita a una commedia di intreccio dove si susseguono equivoci e  e colpi di scena. Accanto a Pippo Pattavina, ha recitato un cast  attori molto bravi:  Raffaella Bella, Francesca Ferro, Giampaolo Romania, Mariarita Sgarlato, Riccardo Maria Tarci e Aldo Toscano. Il contesto storico dove viene ambientata la storia è quello del secondo dopoguerra, quando la fine del conflitto aveva diffuso un sentimento di liberazione, di desiderio di evasione alimentando la voglia di ricominciare a vivere.

Gli equivoci si susseguono a raffica e  rendono davvero gradevole la fruizione di una tipologia di commedia sicuramente molto appressata sia a livello italiano che internazionale. Il tema è talmente comico e intrigante che a suo tempo nel 1945 ispirò la realizzazione di un film con lo stesso titolo interpretato dal celebre attore Totò.

Prevale nella struttura del testo teatrale la volontà di astenersi dalla ricerca di messaggi morali o didattici, non solo per non appesantire la finalità del lavoro composto esclusivamente come scacciapensieri, ma perché quando la comicità si astiene dallo sconfinamento in satira o in umorismo, riesce davvero a sgombrare la mente da ogni riflessiva preoccupazione e a vedere con occhi felici anche gli eventi del passato dal taglio meno eroico e ameno.