11/11/2025
Cieli di Primavera, viaggio nel mondo di Alda Merini : dialogo a due voci con Ave Comin e Virna Chessari
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Cieli di Primavera, viaggio nel mondo di Alda Merini : dialogo a due voci con Ave Comin e Virna Chessari

Dic 11, 2024

La poetessa Alda Merini continua a incantare e ispirare con la sua opera e la sua vita, intreccio di sofferenza e rinascita. In “Cieli di Primavera“, le autrici Ave Comin e Virna Chessari esplorano con passione e sensibilità la figura della “poetessa dei Navigli“, avvicinando i giovani lettori al suo mondo attraverso una narrazione intensa e poetica. Dal valore della speranza al coraggio di affrontare il dolore, il libro è un omaggio vibrante a una donna che ha saputo trasformare il buio in luce.

  • Come vi siete incontrate e com’è nata l’idea di lavorare insieme a questo progetto?

Il nostro incontro è avvenuto proprio grazie ad Alda Merini. Io, Virna Chessari, ho contattato Ave Comin, che da anni si dedica allo studio e all’approfondimento della Poetessa dei Navigli, per saperne di più. Ne è nato subito un fitto scambio e successivamente una collaborazione, prima con le mie classi e poi con altre realtà: conferenze, radio, programmi TV. Ave, considerata da molti la “custode di Alda Merini“, della poetessa sa tutto e ha inoltre una grande capacità divulgativa. E Alda Merini è entrata ormai anche nel mio quotidiano. Il libro è venuto fuori così, in modo spontaneo. È il frutto di questo confronto e scambio anche con i più giovani.

  • Quali sono i messaggi principali che volete trasmettere con il vostro libro? C’è un aspetto o un tema che vorreste fosse colto in modo particolare dai lettori?

Cieli di Primavera è un orizzonte di attesa, uno sguardo verso l’alto. Alda Merini con la sua vita e poesia, che sono poi un’endiadi, ci insegna che non bisogna mai smarrire la speranza anche quando tutto sembra remare contro. Bisogna credere nella propria luce interiore, anche se si tratta di soli spiragli. Ascoltare se stessi e quell’intima voce che ci spinge a lottare nonostante tutto. Credere nei propri sogni. La vita e il futuro sono nelle nostre mani dopotutto.

  • Pensate che il vostro libro possa contribuire a cambiare la percezione di determinati temi nel pubblico? Se sì, in che modo?

La figura di Alda Merini è spesso associata alla pazzia, al manicomio, dove la poetessa ha trascorso lunghi anni in un silenzio poetico pressoché totale. Questo però non è che un aspetto, seppure rilevante, della sua vita. Oggi Alda Merini è percepita, e così avrebbe voluto essere ricordata, come la poetessa della gioia, per la consapevolezza amara del dolore vissuto che ha reso più intensi i momenti di felicità sperimentati e il successo finale e il riconoscimento definitivo della critica e del pubblico che seguirono. Quello che noi autrici speriamo è che, sulle orme di Alda Merini, cambi lo sguardo sui disadattati, i clochard, gli emarginati e i cosiddetti matti che Alda, con brillante ironia, diceva di avere incontrato fuori e non dentro il manicomio. Anche se sono stati fatti molti passi in avanti dalla legge Basaglia in poi è pur vero che permangono diffidenza, critiche e pregiudizi su queste realtà.

  • Che tipo di dialogo vi aspettate si crei tra voi e chi legge la vostra opera? Quali emozioni sperate di suscitare?

Anche se il libro è appena uscito, abbiamo già avuto diverse occasioni di confronto con i lettori e quindi dei riscontri. Quello che ci sorprende durante le presentazioni è il clima di ascolto, l’attenzione totale e il coinvolgimento del pubblico. In molti si commuovono. Non è il libro in sé e per sé a suscitare queste emozioni ovviamente ma la vita di questa straordinaria donna e poetessa che ha sofferto, gioito e goduto di ogni prezioso momento senza rinnegarne nessuno.

  • Avete già in mente nuove collaborazioni o opere che desiderate portare avanti?

Alda Merini è parte integrante della nostra vita privata e professionale. Continueremo a collaborare e a divulgarne la sua figura insieme, se possibile, ma anche in ambiti diversi che non escludono future collaborazioni.

  • Perché avete scelto Alda Merini come protagonista di una narrazione rivolta ai ragazzi? Quali aspetti della sua vita vi hanno più affascinato e ispirato per questo progetto?

Alda Merini ha sempre amato bambini e giovani che ricambiano questa particolare attenzione. Ne sono affascinati per varie ragioni: il carattere, l’amore della libertà, l’irriverenza. Alda Merini è infatti una donna molto attuale che ha precorso i tempi. I suoi versi, poi, anche se ricercati e profondi, arrivano dritto al cuore. È un piacere leggere le poesie di questa grande autrice tra i banchi di scuola, raccoglierne le risonanze. Ecco il perché di questa favola biografica che è la prima su questa grande poetessa. Conoscere la vita di  Alda ci aiuta a comprenderne l’opera. E la favola è uno dei mezzi più efficaci per conquistare l’attenzione dei più giovani.

  • Le api e il bombo sono simboli ricorrenti nel libro. Come è nata l’idea di collegare Alda Merini a questi elementi della natura?

Le api costituiscono l’alter ego di Alda che si definiva un'”ape furibonda”. Tra le api e Alda ci sono molte similitudini. Questi piccoli insetti riescono a vedere la luce del sole anche quando ci sono le nubi, così Alda sapeva che anche dietro alle nuvole, i periodi bui della vita, c’era pur sempre la luce  e che le difficoltà si potevano quindi superare. Alda è in fondo una piccola ape anche lei. La sua poesia ha una funzione impollinatrice: imperla il mondo di nettare e miele, ovvero amore, speranza, dolcezza. 

  • Le illustrazioni di Mariateresa Oldrati sono un elemento fondamentale dell’opera. Come si è sviluppata la collaborazione con l’illustratrice, e quale messaggio volevate trasmettere attraverso le immagini?

Mariateresa Oldrati e Ave Comin sono state colleghe in una scuola media di Milano. Partecipavano  all’organizzazione di vari concorsi rivolti agli studenti che vincevano spesso, grazie anche alle competenze grafiche dell’architetto Oldrati. L’amicizia delle due donne dura ancora adesso così come la collaborazione. Le illustrazioni del testo non sono un semplice accessorio del libro. Mariateresa Oldrati è entrata nel vivo della narrazione, ha fatto suo ogni dettaglio e ha raffigurato con estrema precisione e professionalità le scene più rappresentative della vita di Alda Merini. Ogni disegno è una fotografia che illustra a china e con la tecnica del collage il momento storico e personale che la poetessa sta vivendo.

  • La prefazione di Lietta Manganelli è un’aggiunta preziosa. Qual è stato il suo contributo al progetto, e cosa ha significato per voi?

Lietta Manganelli ha un grande legame con Alda Merini. L’ha conosciuta fin da bambina e frequentata fino alla sua morte. Le ha unite un’amicizia e un grande affetto. Lietta è la figlia, inoltre, del grande amore di Alda Merini, Giorgio Manganelli, traduttore e raffinato scrittore. La prefazione di Lietta è quindi un elemento estremamente prezioso

  • Perché avete scelto il titolo Cieli di Primavera? Cosa rappresenta la primavera nel contesto della vita e della poesia di Alda Merini?

Abbiamo scelto questo titolo per varie ragioni: Alda è nata il 21 marzo, il primo giorno di primavera che è anche la giornata internazionale della poesia. La poetessa diceva inoltre che la poesia le arrivava dall’alto, dal cielo. E ancora, volendo fare un paragone con le stagioni, è dopo l’inverno che arriva la primavera, mese della rinascita. Così è stato per Alda. Dopo un lungo periodo di sofferenze e dolori, a metà degli anni ’80, la sua vita è cambiata e ha avuto una svolta definitiva, un rinnovato vigore, nuova felicità e nuova luce.

Per Ave Comin chi è Alda Merini

  • Cosa ha acceso il tuo interesse per Alda Merini e cosa ti spinge a dedicare così tanto tempo ed energia a diffondere la sua poesia e la sua storia?

Ho conosciuto Alda Merini negli anni ’90 attraverso il Maurizio Costanzo Show. Questa donna, il suo sguardo, la sua poesia mi hanno subito colpito. Ne ho voluto approfondire la figura e la sua  poesia che non ha mai smesso di affascinarmi. Ne è nato un percorso di vita. Ho incontrato e conosciuto le figlie e il fratello della poetessa e, via via, gli amici che l’hanno sostenuta in vita e ne custodiscono la memoria. Relazionarmi con queste persone mi ha permesso di conoscere Alda Merini da diversi punti di vista, anche perché la poetessa aveva atteggiamenti diversi con le persone con cui si rapportava di volta in volta. La mia conoscenza di Alda non è quindi fondata solo su letture e libri ma si è arricchita notevolmente grazie al contributo delle poche persone a lei care con cui sono nate anche delle amicizie.

  • Qual è stato il momento più significativo o emozionante  come responsabile dello Spazio Museale di Milano dedicato ad Alda Merini?

Sono stata una delle responsabili dello Spazio e ne sono la memoria storica fin dalla sua apertura avvenuta circa dieci anni fa. Ho vissuto l’evoluzione di questo centro che ospita eventi e manifestazioni dedicate all’arte e alla cultura. Ogni momento è stato significativo, soprattutto se condiviso con i tanti amici di Alda che la conobbero di persona. Uno di questi è Giovanni Nuti che ha trasformato la poesia di Alda in musica. Ascoltarlo dal vivo è sempre una grande emozione 

  • Durante i tuoi incontri nelle scuole e università, quali reazioni o domande dei giovani ti hanno colpita di più?

Presento Alda Merini in varie occasioni e manifestazioni culturali. Gli ambienti sono i più vari: scuole, università, biblioteche, associazioni, conferenze in Italia e all’estero. Organizzo anche percorsi meriniani a piedi nei luoghi dove la poetessa è nata e cresciuta. A colpirmi è l’interesse che Alda riscuote ancora oggi. È questa una delle ragioni per cui abbiamo  dedicato il libro ai giovani. Le loro domande sono concrete e Alda Merini risponde con la sua testimonianza di vita, la sua ironia e profondità. La sua poesia è sogno ma anche vita vissuta. Conoscere e studiare Alda è un modo per raggiungere le nuove generazioni, conquistarle e invitarle alla lettura, accostarsi alla poesia.

  • C’è una poesia o un momento particolare di Alda Merini che senti più vicino al tuo percorso personale?

Ce ne sono diverse, ma ne sento una molto vicina: “Sorridi donna”, che pone in risalto la forza delle donne e indica come le donne devono reagire alle avversità. La trovo molto attuale. Sono tanti i momenti difficili che la donna deve oggi affrontare.

Virna Chessari e la poesia

  • Virna le tue poesie hanno ricevuto riconoscimenti importanti a partire dal tuo esordio con la raccolta “The Ulysses Butterfly La Farfalla di Ulisse”. Cosa significa per te scrivere poesia e come nasce il tuo legame con questo genere letterario?

Ho un legame profondo con la poesia ed è in poesia che ho esordito, un genere oggi di nicchia che sta tuttavia riprendendo vigore. La poesia è per me un’esigenza, un bisogno interiore e mi ha permesso e mi permette di fare chiarezza sui tanti momenti vissuti. Si ammanta di sogno e bellezza e ci parla con un linguaggio misterioso, sconosciuto e pretende di essere ascoltata. È una condivisione profonda che va oltre le parole e la lingua. Con mia sorpresa le mie poesie continuano a essere pubblicate in inglese in prestigiose riviste americane anche universitarie. Questo mi rende molto felice e mi fa capire che la poesia non conosce barriere culturali, sociali. È profonda libertà espressiva.

  • Dalla poesia alla narrativa e alle favole per bambini, sei un’autrice poliedrica. Quali differenze trovi tra questi generi e come decidi in quale direzione sviluppare una nuova idea?

Ho letto le mie poesie in varie radio anche estere. Da qui l’idea di intrattenere gli ascoltatori con brevi testi. Ne sono nate delle favole che sono subito piaciute alla casa editrice Pietro Vittorietti con cui ho iniziato un nuovo progetto e percorso: presentazioni del “Favolfiore, favole per crescere” nelle scuole, incontri con bambini e ragazzi. Anche il romanzo, coevo, ha avuto la stessa genesi. “I Finsword. L’alba dei Purosangue”, Capponi Ed., è nato per intrattenere mia madre durante il Covid. Credo che la fantasia e l’immaginazione possano aiutarci a capire meglio la realtà. La creatività fa appello, infatti, alle nostre risorse interiori, che non vediamo ma custodiamo nel profondo. Non siamo solo razionalità.

  • Essendo docente di lettere al liceo, quanto il contatto quotidiano con i giovani influenza il tuo lavoro di scrittura? Ci sono temi o spunti che hai tratto da loro?

Insegnare mi piace e mi diverte. Ogni fascia d’età ha le sue problematiche e le generazioni cambiano velocemente. La didattica non può che rispondere a questi cambiamenti. È necessario investire molto sulla relazione, avvicinarsi al mondo dei giovani per meglio sostenerli, guidarli nel loro percorso di crescita. In un periodo in cui gli scambi sono sempre più artificiali, mediati dalla tecnologia e dai social, la scuola riveste un ruolo fondamentale, di scambio reale, proposte culturali concrete, confronto. È un mestiere che rende giovani e che ha influenzato e continua a farlo anche la mia scrittura.

  • Il ruolo della scuola: In che modo il tuo lavoro con i ragazzi del liceo ti ha influenzata nel raccontare una figura complessa come Alda Merini?

Cieli di Primavera. Viaggio nel mondo di Alda Merini“, Navarra Ed., risponde proprio a questa esigenza: accostare i giovani alla poesia. Le antologie scolastiche dovrebbero dare più spazio alla poesia contemporanea e in particolare ad Alda Merini, molto amata dai giovani. Leggiamo le sue poesie anche con i ragazzi del biennio. Sono stimolanti e affrontano temi importanti e del quotidiano come l’amore, l’amicizia, la solitudine, l’abbandono, l’emarginazione sociale, la follia. Una poesia a più livelli che non può che offrire spunti, fare riflettere, insegnare a lottare, sperare, credere in se stessi, nell’uomo e nella donna di oggi.

Grazie per essere state con noi