02/12/2025
Cos’è il peccato
Rubriche Sacro e Profano

Cos’è il peccato

Apr 16, 2024

Per la religione, in generale, il peccato è una trasgressione alle leggi di Dio, ai suoi comandamenti. 

Con il peccato avviene una separazione da Lui, poiché in realtà non si offende Dio, ma con quell’azione volontaria l’uomo mette un limite alla sua crescita danneggiando l’altro e di riflesso danneggiando sé stesso.  

«Gesù rispose: In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.» (Gv.8,34-36)  

Dio ha creato tutte le cose in funzione dell’uomo, e ognuna di esse per uno scopo preciso, l’unica condizione è quella di non usare la natura per un fine diverso da quello voluto da Dio, poiché in questo caso avviene la corruzione e quando l’uomo si corrompe fugge impaurito lontano da Dio. 

«Per il peccatore c’è sempre speranza di redenzione, per il corrotto invece, è molto più difficile, infatti i suoi falsi “si” le sue parvenze eleganti ma ipocrite e le sue funzioni diventate abitudini, sono come uno spesso “muro di gomma” dietro al quale si ripara dai richiami della coscienza. E questi ipocriti fanno tanto male! Fratelli e sorelle, peccatori si – lo siamo tutti -corrotti no! Peccatori si, corrotti no!» (Omelia di Papa Francesco del 6/11/23) 

Sono proprio le abitudini, i gesti compiuti ripetutamente che portano senza rendersi conto ai vizi, che sono la radice del peccato.  

Evagrio Pontico

La teoria dei vizi abbinata ai peccati capitali, come fondamento della degenerazione morale, è stata elaborata dai Padri del deserto. Evagrio Pontico eremita, con riferimento biblico, mise a punto una dottrina per tali peccati. 

Fu poi Gregorio Magno a dare una connotazione a tali peccati estrapolandone sette, quelli che oggi conosciamo: superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, pigrizia. Anche Papa Francesco si è occupato recentemente dei peccati capitali con una catechesi su “i vizi e le virtù”, secondo il Santo Padre  il vizio più grande è la superbia, dalla quale poi  scaturiscono tutti gli altri, San Tommaso la chiama la regina di ogni peccato, mettendo insieme Superbia e Vanagloria. 

Credo sia giusto chiedersi il motivo del perché oggi si dia così poco peso al peccato, probabilmente vi è la tendenza a parlar poco del diavolo, colui che lo suscita fin dalla creazione del mondo. 

 L’uomo è stato tentato da Satana, in Genesi leggiamo che Dio ha vietato ad Adamo ed Eva di mangiare del frutto proibito, ma il diavolo furbamente ha insinuato nei due la convinzione che se lo avessero mangiato sarebbero diventati uguali al Creatore. 

 Adamo ed Eva tentati nella superbia hanno disobbedito provocando la caduta del genere umano; tanti altri episodi di tentazione sono narrati nella scrittura, dove il demonio non si limita a tentare solo l’uomo, egli ha tentato anche Gesù (Mt. 4,1-11) che rivestito dalla forza e potenza di Dio ha saputo rigettare le tentazioni: i piaceri della carne, il potere mondano e la certezza di poter fare a meno di Dio.  Secondo la religione cristiana  se ci si arma della forza e la potenza che Dio  dà con la grazia, ricevuta dal sangue colato dalla croce, si diventa in grado di contrapporre i vizi alle virtù:  Superbia-Umiltà; Avarizia-Carità; Lussuria-Castità; Ira-Pazienza; Gola-Temperanza; Invidia-Generosità; Accidia-Diligenza.  

Secondo la religione cristiana la novità del vangelo, la buona novella, che rincuora i suoi fedeli  risiede nel credere che, se è vero che si commettono dei peccati è pur vero che  grazie al sangue prezioso di Cristo si viene redenti presso il Padre, e dunque si può nutrire  la speranza della salvezza. Questa salvezza è alla portata di tutti basta la volontà per ottenerla: il pentimento sincero, la ricerca di quella vicinanza che  trasforma e conforma a Cristo,  nel  solo unico comandamento che Egli lasciò ai suoi fedeli cioè l’Amore.

Maria Rosa Cottone