Eppure a volte la vita non va come dovrebbe andare
Articolo a cura di Angela Di Salvo
Giovedì 23 ottobre 2025, distribuito da PIperFilm è uscito nelle sale italiane il film “La vita va così” con le regia di Riccardo Milani. Il cast degli attori, tutti molto bravi e convincenti nei rispettivi ruoli, sono Virginia Raffaele, Diego Abatantuono, Aldo Baglio, Geppy Cucciari e Giuseppe Ignazio Loi.
La rappresentazione filmica , apparentemente paradossale, ma molto verosimile anche perché ispirata a una storia vera,è ambientata in un fantastico angolo della Sardegna del Sud. Il pastore Efisio Mulas vive in un decrepito casolare che si trova molto vicino alla costa bagnata da un mare dagli incredibili e splendidi colori. Possiede una piccola mandria di mucche che porta ogni giorno a pascolare sulla spiaggia. L’uomo si dedica esclusivamente alla sua attività, mentre la moglie e la figlia Francesca, per non restare troppo isolate dalla comunità, si sono trasferite nel paese vicino: Bellesamanna.

Il figlio maschio, non avendo trovando un’occupazione fissa, è emigrato in Inghilterra dove ha messo su famiglia conducendo una vita modesta e coltivando il sogno di ritornare un giorno nella sua terra natale. Efisio nutre un attaccamento viscerale nei confronti della sua abitazione e dei luoghi incontaminati che la circondano. Nonostante si tratti di una dimora fatiscente,non la vuole abbandonare perché ai suoi occhi ha un valore immenso; in essa egli ravvisa le sue origini, dato che si è tramandata di generazione in generazione,fino a pervenire al nonno e al padre. E non intende farlo nemmeno quando un gruppo immobiliare milanese, che vuole costruire un Resort a cinque stelle ecosostenibile proprio lungo quel tratto di costa, gli offre una cifra consistente per vendere la sua proprietà e rendere possibile in tempi rapidi la realizzazione della struttura. La notizia del grosso progetto turistico si è diffusa subito nel territorio, suscitando l’entusiasmo non solo dei politici amministratori, ma anche degli abitanti di Bellesamanna che nutrono la speranza che questo importante investimento possa garantire loro un lavoro stabile e un sicuro benessere. Ma il pastore, a dispetto della pressione dei suoi concittadini e delle aspettative del gruppo immobiliare che si mostra convinto di poterlo fagocitare con una ingente somma di denaro, rifiuta l’offerta e continua a dichiarare che “casa sua non ha prezzo e che da lì non intende andarsene mai”. Per affrontare la spinosa situazione, l’amministratore delegato del gruppo immobiliare manda sul posto il suo fidato capocantiere, Mariano “il palermitano”, affinché riesca, grazie alle sue note capacità persuasive, di convincere Efisio a cedere. Ma il vecchio palesa un’ostinazione incredibile e una ferrea tenacia impermeabile alle strabilianti offerte di denaro che aumentano di giorno in giorno. La figlia Francesca si ritrova combattuta fra la solidarietà verso il padre (e la terra di Sardegna) e l’ostilità della sua comunità che non perdona alla famiglia di negare al territorio una occasione così allettante .
Nel film dunque viene fatta una fotografia di una zona d’Italia isolata (qui letteralmente, trattandosi di un’isola), che deve fare i conti con la necessità di adeguarsi alle esigenze del presente e l’opposta volontà di rimanere fedeli alle proprie origini.
Milani, regista e coautore della sceneggiatura con Michele Astori, dedica il suo film a Gigi Riva, e non risparmia numerose frecciate agli speculatori edilizi che hanno massacrato la Sardegna, comprando terreni meravigliosi a pochi soldi da poveri pastori che, a causa dell’indigenza e dell’ignoranza, non ne sapevano valutare il valore commerciale. Viene fuori il ritratto di una popolazione che “aspetta sempre che venga qualcuno da fuori a risolvere i problemi” e che privilegia le esigenze lavorative (la stessa Francesca fa la receptionist in un resort a 5 stelle) a scapito della tutela del proprio territorio. Tutto ciò a fronte della collocazione permanente in un ruolo subalterno a quel “Nord operoso” che ha interesse non a promuovere lo sviluppo della Sardegna, ma a specularci sopra portando la ricchezza a casa propria.
Sorprendente l’interpretazione di Ignazio Giuseppe Loi irresistibile nei panni granitici del saggio pastore incorruttibile, Efisio, e di Geppy Cucciari la quale incarna un personaggio che mette in evidenza la grande dignità delle donne di Sardegna. Il resto del cast è composto da attori e non attori sardi, che compaiono in una dimensione corale nella scena finale assieme ai titoli di coda, accompagnata dalla colonna sonora composta da Moses Concas.
Il film si perde un po’ in alcuni momenti troppo lenti e ripetitivi, ma nulla toglie al dipanarsi della la vicenda dove appare molto pregnante il tema del tempo che nobilita alcuni e corrompe irrimediabilmente altri, lasciando un’eredità positiva o negativa ai figli (cioè al futuro). Tutto dipenderà dalla consapevolezza e dalla determinazione che le persone potranno raggiungere nel tempo.
Illuminante il giudizio sul tema del film espresso dal critico Paolo Casella “Milani veicola bene il desiderio di tutti di “rientrare a casa”, e la consapevolezza che molti, la propria “casa”, l’hanno ceduta al miglior offerente per poi rimpiangerla per sempre”.