Le proposte del mese di Agosto
Agosto è il mese delle ore lunghe e dei tramonti che si lasciano guardare. È il momento in cui la realtà rallenta e la vita sembra un po’ meno urgente. È il mese dei ritorni a metà, delle partenze posticipate, delle nostalgie improvvise. E anche dei desideri che, sotto il sole alto, si fanno più chiari. Questo mese abbiamo scelto libri che parlano di passaggi, sospensioni, trasformazioni interiori. Romanzi, saggi e storie vere che ci accompagnano nel tempo dilatato dell’estate, aiutandoci a sentire meglio ciò che resta quando tutto sembra fermo.
Ci sono storie che esplorano il coraggio di allontanarsi da legami familiari dolorosi, per salvarsi e ricominciare. Altre che scavano dentro catastrofi solo in apparenza naturali, dove la vera minaccia non è l’acqua ma l’avidità umana. Alcuni racconti ci portano indietro, in terre di sole e di lavoro, dove fratelli e sorelle inseguono un futuro comune ma si dividono davanti a una scelta. C’è spazio anche per la storia nascosta delle donne invisibili, quelle che hanno agito nell’ombra, tra spionaggio e segreti di Stato, e che oggi trovano finalmente voce. In un altro racconto, l’indagine si fa personale, dentro una torre antica che custodisce verità scomode, crimini silenziosi e un’idea quasi magica del tempo. Infine, c’è chi parte per un viaggio senza mappa, spinto da una ferita e da un richiamo profondo, alla ricerca di una casa che non ha pareti ma radici interiori.
Ecco allora sei storie per questo mese lento e sospeso. Da leggere al sole o all’ombra, su una spiaggia vera o in una stanza silenziosa. Perché agosto, in fondo, è anche il tempo in cui possiamo scegliere di restare dentro di noi un po’ più a lungo.
#Il premiato

L’anniversario (Feltrinelli, 2025) – Andrea Bajani
Vincitore del Premio Strega e del Premio Strega Giovani 2025 Assegnato a luglio 2025. Il Premio Strega ha celebrato quest’anno un romanzo che osa infrangere uno dei tabù più radicati: la rottura definitiva con la propria famiglia d’origine. Con L’anniversario, Andrea Bajani firma una delle opere più coraggiose e necessarie degli ultimi anni. Un romanzo che non cerca colpevoli né assoluzioni, ma rivendica con lucidità il diritto di salvarsi.
Il protagonista ha smesso di vedere i suoi genitori dieci anni prima. Da allora ha cambiato numero, casa, continente. Ha costruito una nuova esistenza lontano da una famiglia logorata dalla violenza sottile di un padre-padrone e dalla silenziosa resa della madre. Nessun grido, nessun trauma esplicito: solo un lento, insidioso annientamento emotivo.
Bajani racconta tutto questo con una voce scandalosamente calma – come ha scritto Emmanuel Carrère – che arriva dritta al cuore. Ogni pagina è una ferita che si apre e, lentamente, si ricuce. Il romanzo non offre risposte facili, non chiude i conti. Ma accende una possibilità: quella della rinascita. Una libertà conquistata attraverso il distacco, la distanza, la narrazione.
Perché lo consigliamo
Perché ci ricorda che anche l’amore può diventare un cappio, e che liberarsene non è sempre un tradimento. È un atto di sopravvivenza.
Perché la scrittura di Bajani riesce a essere insieme feroce e delicata, spietata e pietosa.
Perché è raro leggere un libro che trasformi il dolore in letteratura senza indulgere nel dramma.
L’anniversario è un pugno alla pancia, ma anche una mano tesa a chi ha conosciuto l’inferno con il nome di “famiglia”.
L’Autore
Andrea Bajani è nato a Roma nel 1975. È autore, fra gli altri, dei romanzi Cordiali saluti (Einaudi 2005), Se consideri le colpe (Einaudi 2007, Feltrinelli UE 2021; premi Super Mondello, Brancati, Recanati e Lo Straniero), Ogni promessa (Einaudi 2010, Feltrinelli UE 2021; premio Bagutta), Mi riconosci (2013), La gentile clientela (2013) e Il libro delle case (2021, finalista al premio Strega e al premio Campiello). È inoltre autore dei volumi di poesie Promemoria (Einaudi 2017), Dimora naturale (Einaudi 2020) e L’amore viene prima (Feltrinelli, 2022). I suoi libri sono tradotti in 17 Paesi. È writer in residence presso la Rice University di Houston, in Texas.
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# Il saggio delle spie dimenticate (che non erano uomini)

Le donne dell’intelligence italiana. Dall’Italia preunitaria al 1949 (Edizioni Carabba, 2025) – Antonella Colonna Vilasi. In un mondo dove lo spionaggio è ancora raccontato al maschile, Antonella Colonna Vilasi firma un’opera che rompe il silenzio e riscrive la storia: Le donne dell’intelligence italiana è un saggio snello ma densissimo (116 pagine), che restituisce voce, volto e valore a tutte quelle agenti italiane che, dal periodo preunitario fino al secondo dopoguerra, hanno operato nell’ombra, spesso a rischio della propria vita.
Il libro – uscito il 1° giugno 2025 nella collana “Studi di Intelligence” da lei diretta – non è una narrazione romanzata, ma un viaggio rigoroso, multidisciplinare, fondato su fonti storiche, documenti d’archivio e testimonianze. Un mosaico di donne che hanno agito come staffette, informatrici, infiltrate, criptanaliste, in contesti bellici e diplomatici, contribuendo attivamente alla sicurezza nazionale.
Quello che l’autrice compie è un gesto di verità: ridare nome e dignità a figure lasciate ai margini della storiografia, eppure fondamentali per comprendere la storia della nostra intelligence. Il suo stile è limpido, scientifico ma mai arido, capace di coinvolgere chi studia e chi legge per passione.
Colonna Vilasi ci offre un nuovo paradigma: una storia dei servizi segreti italiani in cui le donne non sono più comparse, ma protagoniste. Una narrazione preziosa, che colma un vuoto culturale e accende una luce su un universo rimasto troppo a lungo invisibile.
Perché lo consigliamo
Perché è un saggio che fa giustizia, raccontando quello che la storia ha taciuto.
Perché ci mostra che l’intelligenza non ha genere, e che la sicurezza del Paese è passata anche dalle mani, dalle menti e dal coraggio delle donne.
Perché è un libro che si legge con stupore, con rispetto, e con la sensazione forte di stare riscoprendo qualcosa che ci riguarda tutti.Un’opera da leggere, studiare, condividere. Perché guardare la storia con occhi nuovi è già un atto rivoluzionario.
L’Autrice
Antonella Colonna Vilasi è una studiosa italiana, docente di intelligence e storia dell’intelligence in numerose agenzie ed università. Si occupa di intelligence dal 1987.Ha all’attivo più di cento pubblicazioni scientifiche in riviste accademiche.
Promuove lo sviluppo della cultura della sicurezza attraverso iniziative didattiche e sociali in qualità di responsabile del Centro Studi Intelligence, ente scientifico riconosciuto dal MIUR, iscritto al Registro della Trasparenza del MISE e della Commissione Europea. Costituito nel 2012 a Roma per sua iniziativa, è un’associazione di esperti italiani ed europei in materia di storia, geopolitica, sociologia, economia e sicurezza internazionale con la finalità di sviluppare un sapere interdisciplinare sull’intelligence.
#Il Thriller più letto dell’estate

Più in là del nulla (Rizzoli, 2025) – Jeffery Deaver. Il maestro del thriller è tornato, e lo ha fatto con un romanzo che unisce la tensione da catastrofe ambientale alla suspense da cospirazione economica. In Più in là del nulla, Jeffery Deaver non racconta solo un disastro naturale, ma soprattutto ciò che si nasconde dietro: avidità, interessi sepolti, e il coraggio necessario per smascherare il crimine sotto il caos. Una pioggia torrenziale fa esondare il fiume Never Summer, minacciando di sommergere Hinowah, cittadina mineraria della California del nord. A coordinare i soccorsi c’è Dorion Shaw, ingegnera civile con nervi d’acciaio. Ma la vera arma segreta è suo fratello, Colter Shaw, celebre tracker e cacciatore di ricompense. È lui a percepire che questa non è una semplice calamità naturale. Qualcosa puzza. Letteralmente.
Colter comincia a sospettare che l’argine sia stato fatto esplodere intenzionalmente. Dietro la distruzione si profila un disegno oscuro: la presenza di un giacimento di litio sotto Hinowah, e la volontà spregiudicata di “liberare” il terreno da tutto ciò che lo ostacola. Colter dovrà agire in fretta: l’intera cittadina rischia di sparire, e dietro la maschera dell’emergenza si muove chi è disposto a tutto per arricchirsi.
Più in là del nulla è un nuovo, avvincente episodio della saga di Colter Shaw, oggi anche protagonista della serie TV di punta negli Stati Uniti. Ma oltre alla tensione narrativa, c’è una riflessione più profonda: sulle catastrofi che si costruiscono a tavolino, sulle relazioni familiari che reggono sotto pressione, e sulla giustizia come resistenza.
Perché lo consigliamo
Perché Deaver è una garanzia: riesce sempre a mescolare azione, intelligenza e denuncia sociale.
Perché Colter Shaw è un protagonista che non smette mai di evolvere: solitario, acuto, profondamente umano. Perché in un mondo in cui tutto sembra franare, c’è bisogno di chi sa leggere tra le crepe. Un thriller da portare in valigia e da non mollare fino all’ultima pagina — dove la verità, come il fiume, rompe gli argini.
L’Autore
Jeffery Deaver, ex giornalista ed ex avvocato, nel 1990 ha abbandonato la carriera legale per dedicarsi alla scrittura a tempo pieno. Scrittore di romanzi thriller, ha vinto per tre volte l’Ellery Queen Readers Award for Best Short Story of the Year; ha vinto, inoltre, il British Thumping Good Read Award ed è stato più volte finalista all’Edgar Award. Il suo primo romanzo, un horror intitolato Voodoo è del 1988. I tre romanzi successivi, ambientati a New York, affrontano la struttura delle detective stories. Con i protagonisti dei suoi romanzi, Deaver crea dei perfetti thriller contemporanei, in cui la narrazione si svolge secondo il ritmo e la tensione tipici del linguaggio cinematografico. Ha conosciuto il successo internazionale con Il collezionista di ossa, la prima indagine di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs, da cui è stato tratto l’omonimo film. Tra gli altri titoli (editi dal gruppo RCS) ricordiamo: Lo scheletro che balla, La sedia vuota, La scimmia di pietra, L’uomo scomparso, La dodicesima carta, La luna fredda, La finestra rotta, Il filo che brucia, Nero a Manhattan, I corpi lasciati indietro, Requiem per una pornostar, La figlia sbagliata, Carta bianca, La consulente, La bambola che dorme, Fiume di sangue, L’ultimo copione di John Pelham. Più recentemente sono stati pubblicati: La stanza della morte, L’ombra del collezionista, Sarò la tua ombra, L’uomo del sole, October list, Solitude Creek, Hard News, Il taglio di Dio, la nuova indagine di Lincoln Rhyme, Promesse, Il gioco del mai, Il visitatore notturno, Tempo di caccia, La mano dell’orologiaio.Fonte immagine: fotografia di Basso Cannarsa
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#Il romanzo del ritorno alle radici (e alla luce)

Patrie interiori Gilgamesh Edizioni, 2018) – Ana Danca. C’è un luogo che non è su nessuna mappa, e che tuttavia tutti cerchiamo: la patria interiore. È lì che ci conduce il romanzo di Ana Danca, un’opera viscerale, potente, che fonde natura, mito e memoria in una storia tutta al femminile, dove la protagonista – madre, viaggiatrice, creatura fragile e luminosa – attraversa il dolore per ritrovare sé stessa.
Il libro si apre con l’immersione in un bosco arcaico, spazio simbolico e reale insieme, e si sviluppa come un percorso di scoperta, lotta, rinascita. Il tono è evocativo, a tratti lirico, ma sempre concreto: Ana Danca ci racconta una donna che affronta le sue tempeste interiori con la forza ancestrale di chi ha conosciuto la perdita, la rabbia e la bellezza.
A guidarla – idealmente – è Atena, la dea nata dal capo del padre, la figlia della mente e della strategia. E accanto a lei, nella struttura narrativa e simbolica del romanzo, si intravede la figura di Ulisse, ma al femminile: una madre che attraversa il tempo, la solitudine e la ferita, per tornare a casa. Non una casa geografica, ma una casa interiore.
Danca intreccia autobiografia e mito, realismo e visione, in un racconto che parla di separazione, di identità, di libertà. E lo fa con una scrittura diretta ma mai banale, capace di trasformare l’esperienza individuale in una narrazione universale.
Patrie interiori ha ricevuto importanti riconoscimenti: il Premio dell’Accademia di Romania a Roma (2018), la Menzione di Merito al concorso “La felicità ritrovata” (Riccione, 2020) e il titolo di Miglior opera d’autore straniero al Premio Internazionale “Gian Antonio Cibotto” (Lendinara, 2021).
Perché lo consigliamo
Perché è un romanzo scritto con il cuore e per il cuore, capace di parlare a chi ha sofferto, a chi cerca risposte, a chi vuole solo tornare a sé.
Perché unisce la potenza del mito e la delicatezza dell’introspezione, restituendoci una storia che è allo stesso tempo personale e universale.
Perché la scrittura di Ana Danca è viva, intensa, attraversata da luce e ombra: una voce letteraria che non grida, ma resta. Un libro da leggere con lentezza e gratitudine. Per ritrovare, nel pieno dell’estate, la direzione del proprio centro.
L’autrice
Ana Danca è una scrittrice romena residente a Mantova, con una formazione in meteorologia e un passato come insegnante. Dopo aver lavorato presso la Stazione Meteorologica di Tulnici, ha scoperto nella scrittura la sua vera vocazione, orientando la propria produzione verso temi come dialogo, spiritualità e silenzio. Ha pubblicato diversi romanzi, tra cui Come vuole la vita (2016), giunto alla sesta ristampa e premiato al Concorso Internazionale “Tre Colori” nel 2019, e Patrie interiori (2018), riconosciuto con numerosi premi: dall’Accademia di Romania a Roma al Premio “La felicità ritrovata” (Riccione, 2020), fino al titolo di Miglior opera d’autore straniero al concorso “Gian Antonio Cibotto” (2021).
Nel 2021 ha pubblicato La voce del silenzio, che conclude una trilogia ispirata ai concetti platonici di Bene, Verità e Bellezza. L’opera è stata presentata a BookCity Milano. Nel 2022 è uscito il saggio I cinque punti cardinali, dedicato alla ricerca della serenità interiore. Nelle sue opere si percepiscono armonia, speranza e profondità emotiva. Scrive per trasmettere bellezza, consapevolezza e benessere interiore, attraverso parole nate da luci e ombre.
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#Il noir che intreccia mistero, follia e tempo

Il sangue della Tellaria (Il Ciliegio, 2024) – Luciano Parzani. Un vecchio maniero, una donna che sfida il tempo, un giornalista che insegue la verità — e finisce per perdere le certezze. In Il sangue della Tellaria, Luciano Parzani firma un romanzo noir carico di tensione e simbolismo, in cui la provincia piemontese si tinge di ombre gotiche, silenzi innaturali e colpi di scena vertiginosi.
Gilberto, giornalista bresciano e vedovo da poco, si rifugia a Pont Canavese per scrivere un libro. Ma ciò che trova è molto più di un paesaggio tranquillo: nell’albergo in cui soggiorna incontra la Castellana, signora Ruanglè, una donna affascinante, enigmatica, che vive (quando può) nella torre danneggiata della Tellaria. Accanto a lei, una figlia malata, un marito chirurgo, e un passato che non smette di sanguinare.
Incuriosito dall’aura di leggenda che avvolge quella famiglia, Gilberto inizia a indagare. Con l’aiuto di Vichy, l’albergatrice di cui si innamora, scopre una storia agghiacciante: una figlia segreta rinchiusa per anni, mutilata per donare organi alla sorellastra malata, un padre disposto a ogni abominio pur di prolungare una vita. Ma non è tutto. Nella ricerca della Lancia di Longino, la Castellana sembra custodire un sapere più antico, quasi mitico — un potere che sfida il tempo stesso.
Il finale è di quelli che lasciano inquietudine e meraviglia: una guida turistica identica alla Castellana appare mesi dopo nella Tellaria ristrutturata. È davvero lei? È possibile dominare il tempo? O è solo un’illusione di chi ha visto troppo?
Perché lo consigliamo
Perché è un noir che non si accontenta del delitto, ma scava nel concetto stesso di identità, tempo e redenzione.
Perché la figura della Castellana è potente, ambigua, magnetica: un personaggio letterario che resta dentro, tra mito e trauma.
Perché Pont Canavese, con la sua torre e le sue leggende, diventa un luogo dell’anima, dove i fantasmi della colpa e della memoria si muovono ancora. Un romanzo per chi ama le storie dai contorni sfocati, dove il male non ha mai un solo volto, e la verità — come il tempo — è tutta da decifrare.
L’Autore
Luciano Parzani è nato nel 1961 a Palazzolo sull’Oglio e vive a Cologne, in provincia di Brescia. Di professione è designer e progettista in un’importante azienda bergamasca specializzata nella produzione di caschi per moto. Ma accanto alla precisione tecnica, coltiva da sempre la passione per le parole.
Ha scritto brevi commedie locali, collaborato alla supervisione di opere teatrali dedicate alla memoria storica e pubblicato un romanzo fantasy per ragazzi, nato quasi per gioco, su incoraggiamento delle figlie. È attivo nella promozione della lettura attraverso una pagina Facebook dedicata ai libri e, nel tempo libero, presta la sua voce come tenore nella corale Montorfano del suo paese. Il sangue della Tellaria è il suo primo romanzo noir, una storia sospesa tra mistero e verità, dove la scrittura si fa strumento per esplorare l’animo umano, il senso del tempo e la forza nascosta dietro le apparenze.
#Un’attesa riconferma

Domani, domani (Superpocket, 2025) – Francesca Giannone. Dopo lo straordinario successo de La portalettere – bestseller in 41 Paesi – Francesca Giannone torna con un nuovo romanzo che affonda le radici nel Salento del secondo dopoguerra e nella terra dolceamara dei legami familiari. Domani, domani è una storia che profuma di sapone artigianale e sogni spaccati in due, di scelte difficili e destini intrecciati.
È il 1959 e Lorenzo e Agnese, fratello e sorella, vedono crollare il loro mondo quando il padre – stanco, disilluso – vende il saponificio di famiglia. Quel luogo non era solo lavoro: era memoria, orgoglio, futuro condiviso. Ma adesso sarà solo una fabbrica qualunque, sotto il comando di un nuovo padrone arrogante e senza scrupoli.
Lorenzo, tutto fuoco e ambizione, non ci sta: lascia casa con un piano preciso, tornare e ricomprarsi quel pezzo di identità. Agnese, invece, resta. Incerta nel mondo esterno, ma tenace nel suo cuore, decide di non lasciare il luogo dove tutto è cominciato. “Io resto dov’è casa mia”, dice. E quella frase spezza, divide, cambia tutto.
Ma i legami veri non si recidono del tutto. Lontani, Lorenzo e Agnese continuano a cercare lo stesso domani, anche se non se lo dicono più. Fino a quando la vita – e l’amore – li costringerà di nuovo a scegliere. Perché i sogni si inseguono in molti modi, ma certe radici chiamano sempre.
Perché lo consigliamo
Perché Giannone ha il dono raro di raccontare l’Italia del passato con la lingua del presente, rendendo familiari luoghi, scelte, emozioni.
Perché in questo romanzo parla di famiglie non perfette, ma reali, dove si ama, si litiga, si sbaglia.
Perché “Domani, domani” non è solo un titolo: è una speranza ostinata, che guida chi ha perso tutto a trovare ancora una strada. Un romanzo che scalda il cuore senza edulcorarlo. Perfetto per chi, ad agosto, ha voglia di ricordare che le fratture più dolorose, a volte, sanno diventare ponti
L’Autrice
Francesca Giannone è un’autrice italiana. Dopo essersi laureata in Scienze della Comunicazione, ha studiato cinema al centro sperimentale di cinematografia di Roma. Ha curato inoltre la catalogazione dei trentamila volumi della Associazione Luigi Bernardi e ha frequentato il corso biennale di scrittura della Bottega di Narrazione «Finzioni». Ha la passione per la pittura. Nel 2023 esce per Nord La portalettere, vincitore tra gli altri del Premio Bancarella. Nel 2024 sempre per Nord pubblica Domani, domani.