11/11/2025
“Bloody Ice” di Sabrina Bigatti: una narrazione corale tra Passione, Morte e Memoria”
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“Bloody Ice” di Sabrina Bigatti: una narrazione corale tra Passione, Morte e Memoria”

Nov 29, 2024

Nel romanzo breve Bloody Ice, l’autrice, Sabrina Bigatti, intreccia leggenda e immaginazione per riportare in vita un  cruento episodio della storia medioevale: l’eccidio dei Nobili di Lozio, avvenuto il giorno di Natale del 1410 (o 1409, secondo altre fonti). Sullo sfondo della faida tra Guelfi e Ghibellini, il racconto ci trascina nella quiete apparente di Villa di Lozio, in Valcamonica, che presto si trasforma in un teatro di morte e tradimento. La trama si sviluppa attorno a un piano diabolico ordito dai Federici, famiglia ghibellina, per sterminare la famiglia rivale, i Nobili, esponenti guelfi della valle. La loro arma è il gelo: un torrente deviato che trasforma i sentieri in trappole di ghiaccio e impedisce così ai Nobili di raggiungere la loro torre-rifugio. La tragedia culmina in un bagno di sangue che tinge di rosso il paesaggio innevato, dando vita al titolo evocativo dell’opera:Bloody Ice”(ghiaccio insanguinato)

Una Narrazione Corale tra Vivi e Morti: L’Intreccio Polifonico di Bloody Ice

Diviso in due parti, “Il racconto dei vivi” e “Il racconto dei morti“, il romanzo è narrato in prima persona dai protagonisti, ciascuno con la propria voce e il proprio punto di vista. Le loro storie si intrecciano in una narrazione corale, dove vivi e defunti dialogano con il lettore come spettri intrappolati tra memoria e oblio. Il romanzo si apre con l’unico sopravvissuto al massacro: un giovane novizio, erede della famiglia Nobili.  In questo dialogo ideale sembrerebbe che i personaggi narrino  al loro congiunto rimasto ancora in vita, cosa realmente sia accaduto in quei giorni funesti.

Sabrina Bigatti  inserisce in questo evento reale alcuni protagonisti creati dalla sua fantasia, come  una coppia di sposi, Caterina e Salvo, il cui “amore ferito” dona un tocco di passione e di contrasto alla vicenda, che altrimenti resterebbe solamente segnata dalla brutalità, A questi si aggiungono  un Nano di Corte, una Maga e altri che fanno  da contorno alla narrazione aggiungendo il  loro personale “contributo” alla storia. Da questi racconti viene fuori uno spaccato narrativo denso e intriso di emozioni contrastanti, con una forte vena drammatica e un sottotesto psicologico che si snoda tra amore, gelosia e anche decadenza morale (Il Barone e la Baronessa), tutto ciò sottolinea l’ipocrisia, la brama di potere e il cinismo della nobiltà del tempo.

Bloody Ice è un’opera gotica, che cattura l’attenzione con le sue atmosfere cupe e i dettagli cruenti, immergendo il lettore in un dramma che sembra pulsare ancora di vita. L’autrice non si limita a narrare i fatti, ma dà voce alle anime dei protagonisti, rendendo tangibile il dolore, la vendetta e l’eco lontana di una vicenda mai  dimenticata dalla storia.

Tra Atmosfere Gotiche e Realtà Storica: Il Gelo Come Metafora di Dolore e Tradimento

Bloody Ice si distingue per la sua narrazione corale, divisa tra vivi e morti, con un intreccio di voci che danno forma a una memoria collettiva e personale. Questa struttura narrativa ricorda l’approccio sperimentale di Virginia Woolf, in particolare in opere come Mrs. Dalloway e To the Lighthouse, dove la molteplicità dei punti di vista consente di esplorare la complessità dell’animo umano.

L’autrice, Sabrina Bigatti, adotta una tecnica che, come la Woolf, privilegia l’interiorità e l’introspezione attraverso i monologhi dei personaggi. Ogni voce contribuisce a una tessitura narrativa fluida, che alterna realtà soggettiva e collettiva.

 Attraverso lo sguardo di un narratore interno, che osserva ma rimane distaccato, emergono le dinamiche di un microcosmo nobile e corrotto, dove i personaggi si muovono come pedine travolte dalle proprie passioni. Il cambio del narratore, offre al lettore più modelli narrativi e interpretativi: la frivolezza, le passioni profonde,l’ironia, ma anche il decadimento e infine la morte,. Questo contrasto tra la sua leggerezza e il dramma nell’alternanza  dei  personaggi accentua il pathos della vicenda.

Una riflessione particolare dobbiamo riservarla alle anime dei defunti che narrando i propri ricordi richiamano la capacità  di sovrapporre più piani temporali, divisi fra passato e presente ci offrono l’opportunità di sondare la psiche di chi è stato vittima del massacro e si trova a vagare nell’oblio.

Forte il legame tra personaggi e ambiente  – come metafora  poi ripresa nel titolo stesso del racconto  ̶   infatti, il paesaggio innevato e il gelo diventano parte integrante della narrazione, riflettendo il freddo emotivo e l’inesorabilità della tragedia. Questo parallelismo tra mondo interiore ed esteriore è un tratto che la Bigatti pone in risalto soprattutto nella parte riguardante I Morti,  autori del proprio racconto: “Vidi il buio punteggiato di stelle che ammiccavano frenetiche, un’isteria di luci intermittenti che non finiva mai e poi questo ghiaccio perenne, gelido e mortifero, nel quale io e mio fratello brancoliamo esangui, come in un gigantesco sarcofago”.

La memoria e l’oblio giocano un ruolo centrale in Bloody Ice , dove i defunti  evocano l’eco lontana di un passato che tenta di riaffiorare, dialogando con il sopravvissuto per tramandare la verità della loro storia,  i personaggi, attraverso soliloqui, riflettono sulle onde della memoria e dell’identità che li uniscono e li separano. In conclusione Sabrina Bigatti in Bloody Ice   mostra un uso magistrale della  narrazione polifonica  che unita all’ approccio gotico e storico del racconto lo distingue per tono e contesto, creando un ponte ideale fra le odierne rovine del Castello di Lozio e la storia cruenta che ad essa è legata.

Consigliato: agli amanti del genere gotico; a chi vuole scoprire fatti storici realmente accaduti ma poco conosciuti; a chi ama i racconti in stile sperimentale; a chi ama la buona narrativa.

L’AUTRICE

Sabrina B. (pseudonimo di Sabrina Bigatti) è una scrittrice italiana nata il 30 aprile 1969 a Darfo Boario Terme, in provincia di Brescia, e attualmente residente in provincia di Novara. La sua produzione letteraria comprende il romanzo breve Bloody Ice e numerosi racconti pubblicati in antologie nate da concorsi letterari. Tra questi, il racconto L’orologio del Dottor Frankestein, ha ottenuto il secondo posto in un concorso organizzato da “Raccontiamo con Francesca aps” nel 2022. Sabrina ha anche contribuito alla raccolta Tradizioni piemontesi con il racconto Suor Angelica delle Orsoline maledette, presentato al Salone del Libro di Torino nel 2023. I suoi racconti, caratterizzati spesso da atmosfere dark e ispirazioni dalla vita quotidiana, sono stati pubblicati su periodici come Araberara Valcamonica, ricevendo riscontri positivi anche da quotidiani e da blog .

Sabrina Bigatti; Bloody Ice ; CdA – Caffè delle Arti ( 2019); pag.66