
Il segreto del pellegrino
«Sepolti là dove,
celati alla vista,
soltanto il tuo cuore ti guida».
“Da lungo tempo una guerra senza tregua contrapponeva le nobili famiglie dei Malatesta, signori di Rimini, e dei Montefeltro, duchi di Urbino; le terre tra Rimini, Urbino e Pesaro erano intrise del sangue delle milizie e del popolo innocente”.
E’ questo l’inizio del romanzo” Il Segreto del pellegrino” di Anna Maria Funari, è anche l’inizio della storia d’ amore fra Tancredi e Lucrezia.
Un amore sfortunato, come lo erano quelli dei nobili di un tempo che per ragioni di terre e di casati dovevano soggiacere al rigore di ciò che le famiglie a loro imponevano. Ma questo amore era destinato a viaggiare nel tempo fino a giungere ai giorni nostri. L’autrice riesce a cucire fra passato e presente un abile espediente, che ci regala la giusta suspence per attraversare i secoli che dividono il medioevo dai giorni nostri. Un delitto e la ricerca di un reperto, che servirà a salvare un antico contado, sono i punti che trasformeranno questo romanzo storico in un thriller. Il lettore si imbatterà quindi in un archeologo sopra le righe, Lupo Rocca e il suo aiutante Xavier Bozman per entrare nel vivo di uno scavo, dove avverrà un inaspettato crimine. Il capitano, Giulia Roganti, e l’ingegnere Niccolò Corsi, capo del cantiere, giocheranno ruoli ambivalenti e ben studiati dall’ autrice per tenere alta la tensione durante tutto il romanzo. Il lettore si perderà dietro al misterioso protagonista Lupo Rocca, dai modi rudi e dai nobili sentimenti, un moderno Indiana Jones dai tratti tutti italiani, che sicuramente nella realtà infrangerebbe più di un cuore. Un enigma da decifrare, iscrizioni antiche da interpretare in una corsa contro il tempo. Il finale arriverà quando il passato si riallaccerà al presente, assaporandolo come se lo si stesse vivendo insieme ai protagonisti: E ora in piedi! Sorga il Cavaliere!
Tancredi e Lucrezia: “Quindi, o lettore credimi”
Un romanzo ambientato in un determinato periodo storico richiede cura dei dettagli e dei particolari, sarebbe facile scivolare in qualche inesattezza e la trama perderebbe quindi la sua credibilità. Anna Maria Funari invece ci restituisce un pezzo di storia, dove tutto combacia con la realtà di una guerra e di una faida familiare, e da brava scrittrice ci fa credere il verosimile come se fosse una vicenda vera. Così Tancredi Serra e Lucrezia Salimbeni diventano i nuovi Giulietta Capuleti e Romeo Montecchi di questo lavoro certosino in cui non solo la storia ma anche la descrizione dei luoghi combacia con la realtà, proprio come è giusto che sia : “Quindi , o lettore credimi. Ti sto dicendo la verità, amico mio.” (cit M.Franzoso, Il grande libro della scrittura).
Ma questa storia da sola non bastava, un amore infranto fra due giovani che non hanno l’approvazione delle proprie famiglie suonava, forse, come un film già visto. Dunque, la sapiente penna dell’autrice ne ha fatto qualcosa di più. Lo ha trasportato al presente, mantenendo però la sua purezza e il suo colore che il corso dei secoli non è riuscito a sbiadire. Così grazie all’espediente di una ricerca archeologica e di un enigma da risolvere dal quale dipenderà la vita e la salvezza di molte terre, ecco che la storia si attualizza. Lupo Rocca, un archeologo che ha qualcosa da nascondere e tanto da scoprire, sarà il protagonista che, proprio come il cavaliere di quelle storie medievali, sarà davvero senza macchia e senza peccato? Un delitto rallenterà le ricerche e getterà la giusta ombra su tutto quello che già appare confuso ai protagonisti. Fra amori, tradimenti e amicizie si snoda un archeo ̶ storia che non sfigura accanto ad altri libri di questo genere.
Il lavoro della Funari ricorda molto lo stile dei libri di Matilde Asensi, dove si intrecciano gli elementi tipici del thriller, dei romanzi storici e la ricerca delle soluzioni di enigmi, ma anche suggestioni romantiche e storiche. L’autrice dimostra una notevole capacità di documentazione storica e di creazione di emozionanti atmosfere, che richiamano alla mente le opere di Falcones , dove emerge una vena narrativa che affronta le tematiche sociali tipiche dell’epoca storica di cui si tratta nel romanzo e lo fa in modo avvincente, richiamando lo stile e l’attenzione ai dettagli. Degno di nota il modo in cui collega i passaggi temporali fra passato e presente che richiama molto lo stile di Glenn Cooper. La Funari mostra una maestria nell’intrecciare le epoche storiche e nel creare suspense, elementi tipici delle opere di Cooper, dove passato e presente si fondono in un intricato gioco narrativo.
Un ponte fra passato e presente
Ci troviamo di fronte ad una Diegesi ben strutturata, solo così infatti il lettore può scorrere senza passaggi confusi i ponti creati dall’autrice fra le due storie che fra il presente e il passato si interconnettono fra loro. La voce della narrazione viene affidata al narratore onnisciente eterodiegetico. La Funari riesce a variare con padronanza la focalizzazione dogmatica, elemento fondamentale in un lavoro dal costrutto vario come genere. E’ dunque la stessa autrice che ci fornisce attraverso i diversi punti di vista i passaggi chiave del lavoro, ricorrendo a una focalizzazione esterna tipica del romanzo poliziesco e più in generale, di quegli stili in cui deve prevalere la suspense del pubblico, per poi riportare il punto di vista alla focalizzazione zero quando il lettore viene messo nelle condizioni di dominare tutta la narrazione, riuscendo a penetrare anche nei pensieri dei personaggi e vivendo più situazioni contemporaneamente.
John Gardner, nel suo rinomato manuale “Il mestiere dello scrittore“, sottolinea l’importanza del legame tra argomento e stile, affermando che “L’argomento influenza lo stile“. Questo significa che uno scrittore non adotta semplicemente uno stile fisso, ma si adatta alla storia che intende raccontare, poiché ogni storia richiede un approccio diverso. Gardner ci rammenta che “Dire che uno stile pare appropriato a un argomento significa affermare, dunque, che esso ci permette di vedere l’argomento con chiarezza“. È questo il caso de Il Segreto del pellegrino, il linguaggio e lo stile che la Funari adotta lungo tutto il suo romanzo viene adattato ai tempi e alle circostanze, divenendo aulico e solenne nelle storia al passato, per ritornare quotidiano e confidenziale quando ci si sposta nel presente.
I personaggi sono ben definiti nei loro aspetti, anche quelli secondari come ad esempio gli operai del cantiere o lo stesso Xavier Bozman, amico e collaboratore del protagonista, il capitano Giulia Roganti , o l’ingegner Niccolò Corsi sono ben delineati e servono a dare luce con i loro aspetti alle sfaccettature del più complesso personaggio dominante, Lupo Rocca, evitando le descrizioni bidimensionali che rendono i soggetti privi di spessori e poco graditi nelle descrizioni al lettore. Un lavoro ben bilanciato, dunque, dove il protagonista a tutto tondo risalta nella sua interezza grazie alle azioni e ai dialoghi vissuti attraverso il contesto circostante.
Consigliato: a chi ama le storie bidimensionali; a chi ama perdersi fra enigmi storici; agli amanti dei romanzi con riferimenti alla storia medievale italiana; a chi non cerca un genere predefinito ma ama lasciarsi stupire.
Anna Maria Funari, nata a Piacenza nel 1961, è romana di adozione e marchigiana di origine. Ha avuto una formazione tecnica, che nulla ha da spartire col mondo della scrittura, né tantomeno con il settore in cui lavora. È impiegata statale dal 1987 e non ha mai abbandonato il sogno di diventare una scrittrice.
Ha già pubblicato due romanzi, Fuoco Che Danza – Pi’ta Naku Owaci e L’isola dei graziati, e una raccolta di racconti, Ascoltando il cuore.
Alcuni racconti pubblicati nel suo sito, www.annamariafunari.altervista.org, hanno vinto concorsi o sono stati segnalati per menzioni di merito.
Non ha mai smesso di sognare e si considera una sorta di Peter Pan al femminile; curiosa del mondo, ama viaggiare e imparare ciò che di buono può venire da ogni contatto con l’universo che ci circonda.
Con LuoghInteriori ha già pubblicato nel 2020 il saggio Rodolfo Graziani – Il Soldato e l’Uomo.
Anna Maria Funari; Il segreto del pellegrino ; LuoghInteriori 2023. Pag 158
Ecco il link dove poter trovare Il Segreto del pellegrino: https://www.luoghinteriori.it/collane/collane/interlinea/il-segreto-del-pellegrino
(contenuto promozionale)