Il senso di umanità esige gentilezza
Articolo di Angela Di Salvo

Oggi 13 novembre ricorre la giornata mondiale della gentilezza, termine che mi pare molto affine a quello del rispetto e della cortesia. Non so se la capacità di essere gentili con gli altri sia una dote innata o acquisita, e il dubbio mi sorge quando osservo qualcuno che si mostra particolarmente garbato nel porgersi all’altro, mentre quest’ultimo magari meriterebbe un bel rimprovero o un bel ceffone, a scelta.
Credo che l’educazione e i buoni modelli familiari facciano molto, ma anche di questo non sono sicura al cento per cento. In certi casi forse incide la capacità di autocontrollo e una buona dose di diplomazia sociale. Un fatto è certo: nel nostro tempo la gentilezza non è un prodotto che abbonda, tutto il contrario, mentre coltivarne un po’ ci renderebbe la vita più serena, semplice e piena di grazia.
Lo so che è difficile senza essere scambiati per persone deboli e prive di quella “grinta”che pare assicuri successo e conquiste.

Tuttavia dobbiamo imparare a diventare umani. Il senso di umanità esige gentilezza ed è fondamentale per non ridurci in esseri nevrotici e scomposti come se ne vedono in giro tanti. La gentilezza nasce dalla nobiltà dell’animo, e lo scriveva nel tredicesimo secolo il poeta Guido Guinizelli, precursore dello “Stilnovo”. Addirittura affermava che solo chi la possiede è capace di amare.
E chi non possiede la capacità di amarsi e di amare il prossimo, non conoscerà mai la felicità.