Voglio cantare la mia terra, la Sicilia e questo popolo,
Che tanto ha pianto, che tanto ha dato e poco ha avuto
Voglio cantare la sua storia, vecchia di migliaia di anni,
La sua poesia, la sua arte, la sua bellezza senza eguali al mondo,
La sua natura, rigogliosa ed avara,
bella e varia, dolce e cattiva ,
La sua brezza fresca ad accattivante,
Il suo mare con il color del cielo,
Il suo vento di scirocco, caldo come il fuoco, ed invisibile,
Come invisibile può essere una salamandra
Sulla roccia del nostro dio vulcano,
Impietoso ma caritatevole,
Spaventoso e dolce,
Dolce come il sorriso di un vecchio che
Nella calura di agosto, ti aspetta
immobile nella sua inseparabile coppola,
Seduto su di una sedia sgangherata
Sull’uscio di quel bar sperduto,
come sperduto é il mio essere,
in questo continuo girovagare attorno alla speranza di ritrovarmi,
di cullarmi, di amare e di essere amata, di dare e di avere…
Canto te popolo mio,
Bistrattato, odiato, amato, cercato e poi scordato,
Emigrante nel corpo e nell’anima,
Alla ricerca dell’unicità dell’essere siciliano
Non greco ne’ romano,
Non arabo ne’ spagnolo,
Non italiano,
Ma solo ed unicamente SICILIANO
Poesia di Lorenza Di Liberto