Al via le assemblee nelle scuole in vista della 43sima Marcia antimafia Bagheria Casteldaccia
PALERMO – Al via le assemblee nelle scuole in vista della 43sima “Marcia antimafia Bagheria Casteldaccia” “No mafia, no droga, no violenza” il grido che animerà la 43sima edizione della “marcia antimafia Bagheria Casteldaccia”, promossa dal Centro Studi “Pio La Torre”, che anche il prossimo 26 febbraio 2026 vedrà studenti, docenti, preti, sindaci operatori sociali ritrovarsi a percorrere insieme la cosiddetta ”Strada del Vallone”, l’arteria del “triangolo della morte” che veniva utilizzata come via di fuga dei killer e dai latitanti mafiosi, oggi simbolo di numerosi percorsi della società civile e non solo. Oggi, infatti, quello che è stato ribattezzato “triangolo della vita”, si chiama “Strada della marcia antimafia”.Saranno soprattutto i più giovani i protagonisti della manifestazione non solo perché concluderanno la giornata, ma anche perché lo faranno raccontando il percorso che nei prossimi mesi li vedrà animare iniziative di sensibilizzazione nelle scuole e nei territori. Al liceo classico Scaduto di Bagheria, per esempio, si è svolta la prima assemblea organizzativa con i dirigenti scolastici e referenti alla legalità. «Come sempre i giovani saranno la chiave di volta – afferma Vito Lo Monaco, presidente emerito del Centro Studi Pio La Torre – nelle cui mani riponiamo tutto il lavoro di conoscenza, ma anche di promozione delle iniziative. Al loro fianco ci saranno scuole, chiese, tutti gli studenti con le assemblee scolastiche, le associazioni antimafia, del territorio e di categoria, i consigli comunali con i loro presidenti, tutti uniti sotto lo slogan che animerà anche questa edizione, “No mafia, no droga, no violenza”. Questo perché bisogna alzare la voce e gridarlo a chiare lettere, a maggior ragione in questo periodo storico dove la violenza diffusa ha raggiunto i più alti livelli. Per noi è fondamentale parlare di mafia e politica, cultura e democrazia, mafia internazionalizzata, di guerre e di globalizzazione perché le mafie hanno modificato il loro carattere. Sparano di meno, ma corrompono di più, essendosi infiltrate e facendo ormai parte dei processi di modernizzazione dell’economia. Senza dimenticare la strenua difesa della legislazione antimafia contro i continui tentativi di smantellarla e di fare a pezzi la memoria”. Un appuntamento, quello del 26 febbraio 2026, che porta con se il lavoro che il centro Studi “Pio La Torre” promuove quotidianamente offrendo ai più giovani e non solo la possibilità di usufruire del sito (www.piolatorre.it), il cui archivio storico e documentale è veramente unico, ma anche di essere presenti con propri contributi sulla testata giornalistica come “A Sud’Europa”, oggi diretta dal giornalista Franco Nicastro, subentrato al giornalista Angelo Meli, che l’ha fondata e diretta e al quale è stato dedicato il Premio che si celebra il 30 aprile di ogni anno in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Pio la Torre e Rosario Di Salvo.