17/10/2025
Cracolici: “Armi come status symbol, dobbiamo rompere modelli culturali di cosa nostra”
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Cracolici: “Armi come status symbol, dobbiamo rompere modelli culturali di cosa nostra”

Ott 16, 2025

PALERMO- “A Palermo circola una quantità d’armi che ci preoccupa: ci sono una serie di indicatori che ci dicono che la situazione sta precipitando se assistiamo a una reiterazione di giovani che escono la sera armati, come è successo sia a Monreale che a Palermo. Le armi stanno diventando uno status symbol, come l’ultimo modello di telefonino, in pratica oggi conti se sei armato. Dobbiamo rompere i modelli culturali di cosa nostra”. Lo ha detto il presidente della commissione Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici, incontrando i giornalisti nel corso della tappa a Palermo che conclude la seconda mappatura sullo stato di Cosa nostra in Sicilia. La tappa nel capoluogo, a due anni di distanza dalla prima, è stata monopolizzata dal tema della sicurezza e della sua percezione dopo l’omicidio del giovane Paolo Taormina in centro.

“Sono portato a escludere che ci sia un interesse di cosa nostra nel delitto di sabato scorso a Palermo – ha aggiunto Cracolici – ma sempre più la cultura mafiosa sta diventando attrattiva per le nuove generazioni e questo è un tema su cui tutti dobbiamo interrogarci. L’uso dei social, l’idea dell’arricchimento facile fanno presa sulle fasce più deboli della popolazione. La mafia sta cambiando pelle ed è ancora la principale emergenza in Sicilia perché incide sulla corruzione, sull’economia, sulla sicurezza, ecco perché tutti noi abbiamo il dovere di fare di più e meglio”. 

Dopo l’ascolto del comitato per l’ordine e la sicurezza, la commissione Antimafia regionale ha ascoltato la procuratrice generale presso la corte d’Appello di Palermo, Lia Sava e il procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia e, a conclusione, i sindaci della provincia, prime sentinelle del territorio. La diffusa circolazione di droga e armi le principali emergenze rilevate.

Il presidente a conclusione di questa mappatura ha poi ricordato i provvedimenti presi da questa commissione: “Abbiamo trasformato in legge il protocollo ‘Liberi di scegliere’ che allontana i figli dalle famiglie mafiose di provenienza, adottato la prima legge sul crac, siamo stati la prima Regione che ha stanziato risorse proprie per i sistemi di videosorveglianza nei comuni, e abbiamo fatto la prima legge che assicura finanziamenti per le imprese confiscate alla mafia. Sono nuovi strumenti, importanti, che danno sostegno alla lotta alla mafia”. E sulle prossime iniziative, annuncia:

“Faremo la commissione Antimafia allo Zen la prossima settimana per dare il segnale che il quartiere non è Maranzano, ma è fatto da persone che studiano e lavorano ogni giorno e che non possono più restare in silenzio, altrimenti saranno travolte”.