04/10/2025
Baby Reindeer: il confine sottile tra vittima e carnefice
Film&SerieTv

Baby Reindeer: il confine sottile tra vittima e carnefice

Giu 11, 2025

Articolo di Milena Bonvissuto

La serie Baby Reindeer, disponibile su Netflix, ha scatenato dibattiti profondi e polemiche accese. Creata e interpretata da Richard Gadd, si ispira a una storia vera, la sua, ma non è un documentario. È un racconto che attraversa il trauma, lo stalking e la dipendenza emotiva, ma soprattutto che sfida lo spettatore su un tema cruciale ossia quanto una vittima possa essere legata al proprio carnefice?

La serie inizia con un gesto di gentilezza quasi innocente , con una tazza di tè. Donny Dunn, un barman scozzese con il sogno di diventare cabarettista, offre una tazza di tè a una donna infelice, Martha. Un atto semplice, di pura empatia. Ma quello che segue è un inferno.

Martha inizia a tempestarlo di email, trasformando ogni piccolo episodio in un tassello di una relazione che esiste solo nella sua mente. Se all’inizio Donny tenta di chiarire, chiedendole di smettere, con il tempo si rende conto che Martha è ingestibile: alterna tenerezza e rabbia, momenti di fragilità e atti distruttivi.

La serie mostra uno stalking diverso, meno visibile, meno immediato, ma incredibilmente soffocante. Martha non è solo un’ombra nella vita di Donny, ma una presenza asfissiante, un legame che lui non riesce a spezzare.

Qui sta il cuore della storia: Donny è una vittima, ma non riesce a scappare. Donny sviluppa un legame emotivo con Martha.

La verità più inquietante della serie è proprio questa: il protagonista è un uomo distrutto, che non ha mai superato i suoi abusi. Dopo il primo trauma, si è frammentato, ha perso se stesso, e in Martha trova, in modo perverso, qualcosa che lo fa sentire importante.

Questa parte della storia è dura da digerire. È più facile pensare a una vittima forte, risoluta, che combatte per la propria libertà. Invece, Donny non combatte affatto. Vacilla, si confonde, si lascia trascinare in una spirale di manipolazione.

Chiunque abbia vissuto esperienze di abuso o dipendenza affettiva, troverà in Baby Reindeer una narrazione cruda e reale. La serie non lascia vie di fuga, non offre sollievo, non dipinge il protagonista come un eroe. Mostra una realtà scomoda, e lo fa con brutalità.

Alla fine, resta una domanda aperta: può una vittima spezzare davvero il legame con chi la distrugge? O alcune ferite restano talmente profonde da rendere impossibile la liberazione?

Non vi nego però che ci sono tratti veramente crudi e disturbanti.