
Leopardi da “poeta dell’Infinito”a giovane determinato e ribelle
Articolo a cura di Angela Di Salvo
Leopardi in TV: Una Fiction di Successo che Rende Omaggio al Poeta di Recanati. Il 7 e 8 gennaio 2025 Rai 1 ha trasmesso la miniserie “Leopardi”, un racconto intenso e romanzato della vita del celebre poeta.
Giorno 7 e 8 gennaio del 2025 è andato in onda su Rai 1 la miniserie tv su Leopardi, scritta da Carla Cavalluzzi, Angelo Pasquini e Sergio Rubini che ne ha curato anche la regia. Il protagonista è l’attore ventisettenne Leonardo Maltese, altri attori Alessio Boni, Valentina Cerci, Giusy Buscemi e Cristiano Caccamo. Rubini e gli autori hanno sapientemente romanzato alcuni momenti della breve vita del poeta (morto a 38 anni ) ponendo i riflettori su tre personaggi: Giacomo Leopardi , l’amico Antonio Ranieri e la nobildonna fiorentina amata da entrambi Fanny Targioni Tozzetti.
La fiction, specie nella seconda parte, esplora i complessi rapporti personali di Leopardi, in particolare con Fanny e Antonio, offrendo, secondo le dichiarate intenzioni del regista, una visione più umana e affascinante del poeta. La serie inizia in modo originale nell’anno della sua morte avvenuta a Napoli nel 1937, per poi procedere a ritroso per l’intera e breve vita, dall’infanzia alla fuga dall’opprimente ambiente familiare, dalle prime amicizie fuori dal borgo di Recanati fino all’amore non ricambiato per la bellissima nobildonna Fanny.
Le tappe della sua adolescenza
Leopardi viene rappresentato come un bambino prodigio, poi adolescente ribelle, infine affermato poeta e pensatore che scivola fra amori impossibili, successi letterari e delusioni esistenziali che non cessano di tormentarlo. Tuttavia permane in lui la continua tensione verso la ricerca della felicità e l’amore per la vita che si manifestano con il desiderio di libertà, di passione e di bellezza, mentre viene messo in discussione ogni ordine costituito, dalla famiglia alla chiesta, dalla religione alla politica. Malato e spesso allontanato dai circoli letterari per i suoi scritti filosofici (Le operette morali), Leopardi si aggrappa all’amicizia “morbosa” con Antonio che si lega profondamente a lui affascinato dalla sua genialità e dal suo disperato bisogno di affetto. Certamente la rappresentazione di questo legame così forte e confortante per Leopardi, il quale non si era mai sentito veramente amato da nessuno, rappresenta la più significativa novità della miniserie.

Ogni aspetto dell’esistenza delude Giacomo, ma Ranieri, pur nella vita spensierata e a volte sgretolata che conducono, diventa la sua ancora salvezza: si prende cura di lui, è disposto a rinunciare all’amore di Fanny per non farlo soffrire, lo ospita nella sua casa di Napoli, se ne prende cura, lo protegge fino alla fine, quando si adopera disperatamente per fargli ottenere una degna sepoltura, L’interpretazione di Caccamo nei panni di Ranieri risulta certamente molto più appassionata di Maltese in quelli di Giacomo, che presenta una personalità sfaccettata e controversa, a tratti indefinibile. Tale rapporto quasi morboso comunque allontana qualsiasi sospetto di omosessualità che invece nel film di Martone con Elio Germano “Il giovane favoloso” del 2014 era stata “suggerita”,mentre risultava più “tradizionale” e convincente l’immagine di Leopardi.
Se nella prima puntata si è messo in luce il bambino giocoso, intelligente ma già ribelle, nella seconda prende spazio il rapporto con l’amico Antonio, che diventa coprotagonista, e l’amore “disperato” e irraggiungibile con la bella Fanny. Su tutti gli altri personaggi aleggia la figura del padre Monaldo che, assieme alla madre Adelaide Antici, sono i genitori severi che vogliono per il figlio una carriera ecclesiastica e che mostrano una totale assenza di amore nei suoi confronti.
Una fiction che ha diviso la critica
Alcuni storici e i “puristi” non hanno gradito la ricostruzione della vita di Leopardi, ma è bene ricordare che si tratta comunque di una fiction e non di un documento storico vero e proprio. Nonostante la “stroncatura” del critico televisivo Aldo Grasso, il pubblico ha decretato che è stato un successo,come si evince dai commenti sui social e da numerose recensioni positive.
Certamente chi non conosce o ha studiato poco e male Leopardi a suo tempo , può aver seguito lo sceneggiato con la mente sgombra da pregiudizi e confronti con film precedenti e può averlo apprezzato nel suo insieme. Oggigiorno venire a conoscenza del tipo di vita che conducevano certi giovani nobili sotto la rigida e ottusa autorità familiare è sicuramente qualcosa che non può non suscitare sdegno e compassione. Come è ugualmente sconvolgente appurare quanto enormi siano stati lo studio, il talento, l’amore per i libri e la genialità poetica di questo grande e infelice letterato.

Ma per una docente di lettere di un liceo che lo ha studiato a fondo, ha letto e commentato le sue opere, lo ha spiegato a centinaia di studenti, la questione si fa molto più complicata. La mia attenzione non può rivolgersi alla persona del poeta in sé, ma al tipo di personaggio che è stato creato dagli autori dello sceneggiato che, pur seguendo certe linee ben precise di biografia e di storia, lo hanno in qualche modo romanzato e adattato all’esigenza di riproporlo in una chiave di lettura originale e diversa, con il rischio inevitabile di deformarne in alcuni tatti la personalità e renderlo “altro” dall’idea che chi lo ha conosciuto e amato si era fatta di lui.
Ad ogni modo resta un ottimo tentativo di rendere un interessante tributo a questo giovane così talentuoso che ci ha lasciato in eredità uno straordinario patrimonio di opere che vale la pena di leggere e di rileggere.
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