
La “Via dei Librai” a Palermo, la festa del libro e dell’editoria
In questi giorni, fino a domenica 28 aprile, nel cuore del centro storico della città di Palermo., si sta svolgendo una fiera tutta dedicata al libro e all’editoria, “La Via dei Librai”, un evento annuale dedicato alla festa del libro e della lettura. Giunta alla nona edizione, la manifestazione si articola in due momenti distinti: il primo, dedicato alle attività con le scuole, svoltosi il 23 e il 24 aprile, mentre il secondo, dal 25 al 28 aprile, incentrato su presentazioni, incontri e una fiera lungo il Cassaro, coinvolgendo librai ed editori.
Il tema di quest’anno è “Artigiani della pace,” un manifesto che punta a sensibilizzare e stimolare la riflessione sulla pace in un mondo segnato da conflitti e violenza. La manifestazione promuove l’idea di essere “artigiani di pace” attraverso l’impegno individuale e comunitario e sottolinea il ruolo della lettura e della letteratura come strumenti per favorire l’ascolto e il confronto.
Un elemento caratteristico di questa edizione è l’icona simbolica del manifesto tematico: un origami a forma di colomba, simbolo universale di pace, che vola via portando con sé un libro. L’obiettivo principale dell’evento è promuovere l’incontro tra il libro e i lettori e attribuire alla cultura libraria un ruolo chiave nello sviluppo della comunità locale. Nel corso degli anni, “La Via dei Librai” ha affrontato tematiche legate al rapporto tra la lettura, la cultura libraria e la città stessa, cercando di coinvolgere un pubblico sempre più vasto. Dal 2020, l’evento è stato tra i primi nel panorama nazionale a sbarcare sul web, articolandosi in momenti sia online che in presenza.
Grazie al supporto del Ministero della Cultura e all’assistenza di “Invitalia”, la manifestazione si orienta sempre più verso la digitalizzazione, implementando soluzioni digitali come un’applicazione e un sito web dedicati che consentono ai partecipanti di scoprire autori e opere e acquistarle direttamente dai librai presenti. Questo approccio digitale mira a rendere l’evento accessibile a un pubblico più ampio, contribuendo a promuovere la cultura e la creatività in modo inclusivo e sostenibile.
Entrando all’interno della fiera è tutto un tripudio di colori, suoni e profumi. Sulle bancarelle uno dopo l’altro si susseguono i libri con le loro copertine colorate in bella vista che attirano immediatamente i passanti incuriositi, anche quelli non avvezzi alla lettura. Dalle cucine dei vari pub e dei piccoli bistrot alle spalle delle bancarelle esalano profumi vari, a seconda della fascia oraria della giornata. I profumi si mescolano all’odore dei libri, al brusio che proviene dalle voci dei passanti che si soffermano a guardare o ad acquistare i libri , magari gustando nel frattempo un calda e fumante arancina, una delle tante prelibatezze culinarie che la città offre.

Due chiacchere con Dario Carnevale di Istituto Poligrafico Europeo
E’ all’interno di questo clima variegato, quello di una vera e propria fiera, che incontriamo uno degli editori, Dario Carnevale, mentre è intento a sistemare i libri nella sua bancarella situata all’altezza della storica Piazza Bologni. All’editore che ci ha subito messo a nostro agio abbiamo chiesto di rilasciarci una breve intervista durante la quale ci ha spiegato, in tono gentile e quasi confidenziale, quanto segue:
Dario, può spiegarci come è nata e di cosa si occupa la sua casa editrice?
La nostra casa editrice, Istituto Poligrafico Europeo, è attiva ormai da oltre dieci anni. È stata fondata da mio padre, poi, in seguito alla sua scomparsa, ho continuato a gestirla personalmente da quando avevo all’incirca trent’anni. Ho sempre avuto la passione per i libri fin da ragazzo, amando e rispettando l’idea di mio padre che ha sempre lavorato dando voce sia alla narrativa che alla saggistica, con un occhio particolare a quest’ultima. L’ambito in cui ci muoviamo è quello storico e politico: abbiamo infatti diverse collane con l’Istituto Gramsci, con l’ANPI siciliano e con diversi storici dell’Università di Palermo, ripercorrendo, in particolare, la politica e la storia siciliana ma non solo.
Quali sono nello specifico le storie che i libri cercano di ripercorrere?
Sono le storie dimenticate, quelle che non hanno avuto particolare rilievo e che noi ripercorriamo con lo scopo di riportarli alla luce della memoria. Mi viene in mente, ad esempio, un libro recentissimo intitolato: “1891.Il naufragio del piroscafo Utopia” di Roberto Lopes, in cui si parla di perfetti sconosciuti che, dopo essersi imbarcati per andare in America, morirono durante la traversata dello stretto di Gibilterra. Nel libro, in appendice, l’autore ne ha giustamente riportato i nomi, per evitare che, non essendoci una lapide che li ricordava , venissero dimenticati.. Poi ci sono le storie di uomini e donne che hanno contribuito a formare le molteplici identità del mondo contemporaneo, politici e intellettuali.
Tra i libri che appartengono alla vostra casa editrice c’è anche quello dedicato a Pio La Torre, potrebbe illustrarcelo?
“Pio La Torre Dirigente del PC” è il titolo del libro scritto a più mani. Si tratta di una biografia che, a differenza delle altre, ripercorre tutte le molteplici tappe della vita di Pio La Torre che all’interno della nostra società ha svolto tanti ruoli. Una biografia in cui gli autori hanno ripercorso la vita di un uomo che ha lasciato un segno indelebile nell’ambito storico, politico e umano. Francesco Tornatore, fratello di Giuseppe Tornatore, ha svolto un ruolo fondamentale nella realizzazione del testo, raccogliendo tutte le voci riguardanti le tappe più importanti della vita di Pio La Torre. Il regista Giuseppe Tornatore che noi tutti conosciamo è invece l’autore dello scatto fotografico che ritrae il politico nella copertina del libro.
Il volume dedicato a Pio La Torre non è l’unico di questo genere, c’è anche quello sulla figura di Miriam Mafai , dal titolo “Rileggendo Miriam Mafai” a cura di Beatrice Agnello e Simona Mafai. Il volume ripercorre la storia di una importante personalità che può indurci a riflettere. Lo scopo di queste letture è sempre quello di offrire ai lettori storie importanti attraverso un punto di vista originale e diverso.
In che cosa consiste l’originalità di questi libri che ripercorrono la memoria?
Fare l’editore a Palermo non è facile, noi cerchiamo di recuperare la memoria e i fatti della società moderna costruendo una nostra originale identità. Mi viene in mente un libro di Giuliana Saladino del ‘71, un testo datato ma incredibilmente attuale che abbiamo ripubblicato chiedendo ad Antonino Blando una nota introduttiva per renderlo facilmente accessibile, soprattutto alla fascia giovanile che appartiene a un contesto storico diverso. Partendo dai libri un po’ più datati cerchiamo sempre di offrire una chiave di lettura differente, recuperando la memoria offrendo strumenti idonei per rendere i testi più fruibili.
Quest’anno il tema de “La Via Dei Librai” è dedicato alla Pace Come si coniuga il contenuto dei vostri libri a questo delicato argomento?
L’argomento della pace è riportato più volte nei nostri saggi con richiami che pensiamo possano essere utili a comprendere questi nostri giorni complicati. Il testo di Pio la Torre è uno di quelli.
Alla luce di quanto detto chi è dunque il vostro lettore tipo?
In realtà non esiste un lettore tipo. Si passa dallo studente che ci pone delle domande, al cinquantenne professore universitario o del liceo. Direi che è piuttosto variegato anche perché, pur essendo orientati verso un ideale politico ben preciso, accogliamo anche diversi punti di vista purché sia un libro ben fatto e scritto bene, permettendo così di allargare la fascia dei lettori. Mi viene in mente quello dal titolo “La Pantera. Il primo movimento contro l’università neoliberale”, di Pietro Maltese è un libro che parla della contestazione universitaria di fine anni ottanta insorta a Palermo, ricostruendo i motivi che portarono a una ribellione ben presto diffusasi in tutta Italia . Tutto attraverso l’analisi attenta delle normative, la lettura della stampa dell’epoca, di alcune interviste dei protagonisti di quella mobilitazione, interrogandone il senso, connettendolo alla contemporaneità segnata dall’egemonia culturale e politica del neoliberalismo.
Ci congediamo uscendo pian piano dalla fiera facendoci spazio tra la folla in continuo aumento, dopo aver respirato folklore e cultura, un perfetto connubio gradito, a quanto pare, dai cittadini e dai turisti di tutto il mondo che ogni anno accorrono sempre più numerosi.