04/10/2025
“I volti dello spettacolo” di Enzo Sellerio “in scena” al “Teatro Massimo” di Palermo
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“I volti dello spettacolo” di Enzo Sellerio “in scena” al “Teatro Massimo” di Palermo

Apr 11, 2024

Nella Sala Pompeiana del Teatro Massimo, a Palermo, è stata allestita la mostra fotografica “Scenario. Volti dello spettacolo” di Enzo Sellerio, inaugurata nel giorno del centenario della sua nascita.

La mostra raccoglie 40 scatti, dei quali 14 inediti, dando inizio all’anno di celebrazioni in onore del fotografo editore nato il 25 febbraio 1924 e morto il 22 febbraio 2012.

 La mostra è   organizzata da Sellerio editore insieme con il Teatro Massimo e curata da Sergio Troisi e Olivia Sellerio, “Scenario” sarà visitabile fino al 30 aprile dalle 9 alle 17.30.

L’incanto degli scatti fotografici

Dopo uno sguardo panoramico alle fotografie, soffermandoci su alcune di loro, abbiamo subito l’impressione di assistere alla fase preparatoria prima di entrare in scena:

  “Così come quando Tino Buazzelli è colto al trucco nel camerino del Teatro Bellini: è il 1956, la mano impugna la matita, gli occhi già bistrati si osservano allo specchio ma noi possiamo vedere solo il riflesso della lampadina, e allora quello sguardo erra, e noi con lui, dall’obiettivo al volto dell’attore a quello che noi supponiamo essere la sua interiorità, e che inevitabilmente ci chiama in causa. Una costruzione sapiente e rigorosa di geometrie oblique, interrogative come non è dato di frequente nel corpus di Sellerio, e infatti di Lydia Alfonsi lo specchio ci restituisce per intero il viso e la mano che controlla l’acconciatura con un gesto aggraziato: nessuna inquietudine del doppio col profilo perduto dell’attrice in primo piano, composto in una linea chiusa ed elegante come il busto rinascimentale di una moderna Eleonora d’Aragona.

Prevalgono invece altri accenti, la complicità sorniona di Accursio Di Leo sul palcoscenico del Teatro Massimo, la ritrosia sfuggente di Vittorio Gassman nel camerino del Teatro Biondo, la fissità imperturbabile di Virgil Thomson seduto al pianoforte incorniciato da un telaio di linee sbilenche, la solitudine pensierosa di Alida Valli che da dietro le quinte, la mano col fazzoletto portata alla bocca, sbircia verso la sala; e chissà se, sul set del «Gattopardo», sarà stato un gioco metaletterario a guidare lo scatto in cui Gioacchino Lanza Tomasi, nel romanzo modello per il personaggio di Tancredi, chiacchiera con un sorridente Burt Lancaster truccato da Principe di Lampedusa,un dialogo in cortocircuito tra realtà, finzione cinematografica e pagine del romanzo. A volte invece i toni sono più ironici e divertiti: il gesto con cui nella Parigi del 1962 Patachou (al secolo Henriette Ragon) si aggiusta la scollatura dell’abito, nero come il fondo così che volto e braccia sembrano ritagliati da una unica superficie priva di volume; l’aureola di raggi di pietra che si staglia dietro la testa di Alberto Sordi e che l’attore accentua volgendo gli occhi al cielo, siamo sul set a Villa Palagonia di «Mafioso» di Lattuada, è di nuovo il 1962; l’atteggiamento scanzonato e sorridente con cui Bruno Caruso, Thomas Schippers e Giancarlo Menotti posano dentro tre vasche da bagno durante il cantiere di restauro del Grand Hotel Villa Igiea nel 1957; e ancora l’incrocio delle diagonali di sguardi e braccia del duo pianistico Arthur Gold e Robert Fizdale – la mano sinistra di quest’ultimo risulta mossa come in un dipinto di Bacon – colti in azione al Teatro Biondo nel 1968. Igor Stravinskij, fotografato durante il suo concerto al Teatro Biondo del 21 novembre 1963, alza invece lo sguardo dalla partitura (ha inforcato due paia di occhiali), rivelando così il suo profilo severo e distante, simile a un idolo arcaico. In questa occasione Sellerio era a ridosso del palcoscenico e dell’orchestra, una posizione ravvicinata che si rivela quanto mai congeniale quando ottiene di assistere alle prove dei balletti di Aurel Milloss, il grande coreografo di origine ungherese che per due stagioni, nel 1958 e nel 1959, è direttore del corpo di ballo del Teatro Massimo, in una fase felicissima che portava a Palermo l’eredità dei balletti russi e la lezione della grande danza del Novecento. Di Milloss, Sellerio ha realizzato diversi ritratti, in uno è al lavoro nel laboratorio di sartoria del teatro, la sigaretta col bocchino tra le dita intrecciate, mentre sceglie – i begli occhi dal taglio orientale appena socchiusi – i colori per i costumi. In un breve testo del 2000 in occasione di una mostra dedicata a Milloss al Teatro Massimo, Sellerio ha scritto di questa sua predilezione per il balletto, specificando solo en passant come questa preferenza si accordasse alla danza contemporanea…” e tanto altro, nella mirabile descrizione introduttiva de “L’incanto fragile” di   Sergio Troisi.

Sono in tutto circa centomila gli scatti, la maggior parte dei quali inediti, nell’archivio di Enzo Sellerio, fotografo ed editore italiano e uomo di cultura che “ha illuminato i cammini artistici del nostro paese con uno sguardo internazionale”.

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