
Democrito di Abdera il materialista, che rideva sempre
Articolo a cura di Vittorio Salmeri
A quel tempo, gli Ateniesi, dicevano che l’aria respirata ad Abdera producesse stupidità: ma non era così, se si pensa che dopo Protagora, il più famoso tra i Sofisti, anche Democrito nacque in questa città. In verità le parole pronunziate dal filosofo: Venni ad Atene e nessuno mi conobbe, che Diogene Laerzio gli fa pronunziare, sono soltanto frutto di una malignità secondo la quale chi proveniva dalle montagne della Tracia nasceva di solito imbecille.

Democrito visse ben 109 anni, contemporaneo di Socrate e Platone, sarà molto stimato, in seguito, dallo stesso Aristotele.
Il suo pensiero è andato alla storia, nei nostri manuali, come “ Atomismo”, ma il nostro filosofo maggior gloria ha avuto dal sommo Poeta, che lo cita insieme agli altri suoi “colleghi”nell’Inferno”con la famosa espressione: Democrito che il mondo a caso pone ( Inferno IV, 136). In quel termine “ caso” ritengo importante chiarire, se ve ne fosse bisogno, che non sta per “ a caso”, ma “ frutto del caso”.
Filosofo anche lui “Pluralista”, come Empedocle e Anassagora, egli si presenta come il perfetto “antisofista”, il “ filosofo scienziato”: la verità, dice, non è frutto di una abilità delle parole ma del freddo calcolo. Egli ha il titolo di essere stato il primo” materialista” della storia del pensiero, a tal punto da sostenere esplicitamente di preferire il corpo all’anima, ecco cosa disse: il corpo non si propone mai di condurre alla rovina l’anima, mentre l’anima spesso deliberatamente rovina il corpo. Perciò se il corpo citasse in giudizio l’anima a causa dei dolori e delle sofferenze che essa ha portato nel corso della vita, e io mi trovassi ad essere il giudice della lite, senz’altro condannerei l’anima per questi motivi: per avere cioè danneggiato il corpo con le sue trascuratezze, per averlo estenuato ubriacandolo, per averlo rovinato e dissipato con le bramosie dei piaceri.
Democrito, come altri filosofi dell’antichità, viaggiò molto, anzi fu colui che si spinse di più nel globo sino a giungere in Etiopia e in India; e come altri e ancor di più si interesso’ di molte cose: Etica, Matematica, Musica, Pittura, Medicina, Arte militare, Fisica; dotto nelle dottrine teologiche ed astrologiche fu vero allievo di quella “ Multiscienza”, a quei tempi molto diffusa.
Democrito, lo abbiamo detto, nel titolo, rideva sempre, ma perché? Il suo “ ridere” è strettamente legato non a probabili deficienze, ma direttamente al suo pensiero filosofico: l’Atomismo.
Così Diogene Laerzio riassume la sua dottrina:…Principi di tutte le cose sono gli atomi e il vuoto, e tutto il resto è opinione soggettiva; vi sono infiniti mondi, i quali sono generati e corruttibili; nulla viene dal non essere, nulla può perire e dissolversi nel non essere…Tutto si produce conforme a necessità…il fine supremo della vita è la tranquillità dell’animo...( 1)
Se dunque tutto va, si può dire, per la sua strada, e tu nulla puoi per modificare, togliere o aggiungere, non ti rimane che essere sereno e sorridere alla vita così che nulla possa turbarti.
Forse, Seneca, meglio di tutti, ha saputo spiegarci meglio il suo “ ridere”, quando dice nel suo libro” La tranquillità dell’animo”: Occorre saper sdrammatizzare ogni cosa e sopportarla con animo indulgente: è più degno di un uomo ridere della vita che piangerne.
In un brano tratto da “ Lettere sulla follia di Democrito” di Ippocrate trovo scritto:…Io rido solo dell’uomo, pieno di stoltezza, vuoto di azioni rette, infantile in tutte le sue aspirazioni, che dura le peggiori fatiche per non ricavarne alcun vantaggio…Alcuni comprano cani, altri cavali, altri, ponendo i confini, segnano come loro un grande territorio e mentre vogliono essere padroni di molta terra non lo sono neppure di se stessi. Si danno da fare per sposare una donna che poco dopo allontanano, amano e poi odiano…Che cos’è quest’ansia vuota e irragionevole per niente diversa dalla follia?( Ippocrate, “ Lettere sulla follia di Democrito, Liguori Editore, 1998, a cura di Amneris Roselli).

Un riso “ cinico” quello di Democrito, ma pur sempre un modo più piacevole di trascorrere la vita: ridere anzicché piangere.
In un quadro del pittore frrancese Antoine Coypel del 1962, intitolato proprio “ Democrite” , si può trovare in un attimo tutto il suo riso beffardo non senza un tocco di malizia.
Ma ci piace congedarlo con alcune immagini diverse, più confortanti per la nostra vita: Democrito visse per alcuni periodi in luoghi deserti, anche in mezzo alle tombe, amante della solitudine, fu ospitale al massimo; quando divisero le sostanze del padre, egli volle per se la parte minore; non curante della fama, visse in estrema miseria.
E se anche Platone, raccontano, avesse avuto intenzione di bruciare tutte le sue opere, e per chi conosce bene il grande allievo di Socrate, può intuire perchè, è pur sempre vero che ci lascia dentro un pochino di tenerezza.
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