08/07/2025
 “Portofino blues” di Valerio Aiolli: Oltre la cronaca, tra lusso, corruzione e solitudine esistenziale
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 “Portofino blues” di Valerio Aiolli: Oltre la cronaca, tra lusso, corruzione e solitudine esistenziale

Giu 19, 2025

Recensione a cura di Giovanna Sciacchitano

Con “Portofino blues”, edito da Voland, lo scrittore fiorentino Valerio Aiolli, prendendo spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto, la scomparsa nel gennaio 2001 della contessa Francesca Vacca Agusta, propone al lettore uno spaccato della società “altra” degli anni 80 e 90: l’alta società, quella dei ricchi, dei potenti, degli annoiati della vita, che per allontanare la  monotonia e trovare nuovi stimoli, che diano senso all’esistenza, si rifugiano nell’opulenza, nell’alcool, nella droga, nel sesso sfrenato, nella corruzione.  Sono questi i presupposti da cui partire per comprendere meglio l’attenta e impeccabile ricostruzione che l’autore fa di un caso giudiziario che per anni e anni ha interessato la comunicazione mediatica: giornali, televisioni, talk show.  Il caso della contessa Vacca Agusta è stato archiviato come incidente: la donna, in preda ad uno stato confusionale dovuto ad alcool e a psicofarmaci, è scivolata dalla scogliera di Villa Altachiara, precipitando per 80 m e trovando la morte.  

Numerose restano comunque le domande senza risposta che questo fatto di cronaca nera ha suscitato e suscita ancora oggi e che Valerio Aiolli, con grande abilità narrativa, riesce a mettere in evidenza.  Francesca Vacca Graffagni, bellissima nei suoi capelli rossi, nel suo viso stupendo e nel suo portamento elegante, da semplice commessa diventa personaggio noto dopo il matrimonio col Conte Corrado Agusta, ricco industriale e titolare dell’agenzia aeronautica Agusta.  Dopo la separazione la contessa, ricchissima e proprietaria di Villa Altachiara, conduce una vita dissoluta, passando dalla storia sentimentale con Maurizio Raggio a quella col messicano Tirso Chazaro, viaggiando soprattutto tra Italia e America e dando spazio alla cronaca rosa, ma anche alla cronaca giudiziaria del tempo, sarà infatti coinvolta nell’inchiesta di Tangentopoli, che svelò, ai tempi, il sistema fraudolento colluso con la politica e l’imprenditoria italiana.  

Fa da sfondo a tanta immoralità, quasi contraltare per mitigarne le emozioni negative, un’incantevole, nostalgica Portofino con le sue bellezze naturali, con gli esagerati yacht ancorati alla marina, con le sue casette colorate e con la sua famosa piazzetta, punto di riferimento turistico e mondano del jet- set italiano e internazionale.  Luogo ameno e teatro di innumerevoli storie piene di fascino e di mistero, una Portofino scrive l’autore che è “la miniatura di un sogno”.  Attraverso una scrittura ora diretta ed essenziale nel descrivere i fatti come sono accaduti nella realtà, ora empatica nel tentativo di comprendere la personalità dei personaggi, ora lirica come nell’affondo finale del romanzo, Valerio Aiolli dipinge nel suo Portofino blues l’affresco di un’epoca, e ne rappresenta l’essenza, le atmosfere, i personaggi, il costume, gli eventi.  

Un ritmo che crea tensione e cattura il lettore

L’autore con pregevole abilità riesce a tenere alta la tensione narrativa e a mantenere per tutto il romanzo un ritmo della narrazione che cattura, fino all’ultimo, l’attenzione del lettore, grazie alle variazioni di tono e di stile.  La struttura non lineare del romanzo si avvale di salti temporali e salti spaziali, che aiutano da un lato a comprendere la complessa storia narrata, dall’altro ad aumentare quel senso di mistero che aleggia per tutto il racconto.  Un altro espediente vincente è la divisione in capitoli, “che vengono definiti nella data e nell’ambientazione “dentro… fuori Villa Altachiara”.  Dunque, una struttura narrativa molto originale, nella quale i personaggi del romanzo: la contessa Francesca Vacca Agusta, l’ex amante Maurizio Raggio, l’attuale fidanzato messicano Tirso Chazaro, l’amica fidata Susanna Torretta e la servitù della villa si muovono seguendo ognuno i propri interessi, una specie di corteo che segue e onora il “dio denaro”. Di alto livello espressivo sono le ultime pagine del romanzo, dove un’inquietudine di fondo viene rivelata attraverso un lirismo ben dosato: “ma se il cadavere ripescato a Cap Benat non fosse stato quello della contessa?”  Valerio Aiolli ci comunica, infine, una sua percezione emotiva riguardo la bella contessa incontrata quarant’anni prima della stesura del suo romanzo, percezione che fa acquistare a Francesca Vacca Agusta quella dignità emotiva che gli accadimenti le avevano fatto perdere. Scrive l’autore: “pensai che potesse essere una donna capace di provocare felicità e dolore in misura quasi insostenibile, ma che forse la felicità e il dolore che poteva provare lei stessa erano ancora superiori”.  Viene fuori così un tratto infelice della personalità della contessa, che spiega anche le sue contraddizioni esistenziali e i suoi conflitti intensi, mai superati, che le hanno impedito di raggiungere quella libertà individuale necessaria ad una vita piena e serena.

L’Autore

È nato nel 1961 a Firenze, dove vive. Ha esordito nel 1995 con la raccolta di racconti Male ai piedi. Il suo primo romanzo, Io e mio fratello (E/O, 1999), è stato tradotto anche in Germania e Ungheria. Sono seguiti Luce profuga (E/O, 2001), A rotta di collo (E/O, 2002), Fuori tempo (Rizzoli, 2004), Ali di sabbia (Alet, 2007), Il sonnambulo (Gaffi, 2014) e Il carteggio Bellosguardo (Italo Svevo Edizioni, 2017). Per Voland ha pubblicato Lo stesso vento nel 2016 e Nero ananas nel 2019, con il quale è stato selezionato tra i dodici candidati del Premio Strega. Portofino Blues è stato selezionato tra i dodici finalisti del Premio Strega del 2025.

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