
Ignes Lucis – Eretici e streghe nella storia del cinema di Sergio Battista: L’eresia tra storia e cinema
Ignes Lucis di Sergio Battista è un saggio che intreccia storia, filosofia e cinema per analizzare il fenomeno della persecuzione degli eretici e delle streghe, dal riconoscimento del cristianesimo come religione ufficiale fino alle pratiche inquisitorie dei secoli successivi. L’autore ricostruisce il contesto storico e culturale che ha portato alla nascita della caccia agli eretici, soffermandosi su come il potere religioso e politico abbia utilizzato l’accusa di eresia come strumento di repressione e controllo.
La seconda parte del libro si concentra sulle trasposizioni cinematografiche di questi eventi, analizzando film storici basati su documenti processuali, cronache e testimonianze dirette. L’autore esamina opere come La Passione di Giovanna d’Arco (1928) di Carl Theodor Dreyer, Agora (2009) di Alejandro Amenábar e Gostanza da Libbiano (2000) di Paolo Benvenuti, evidenziando il ruolo del cinema nella costruzione della memoria storica e nella riflessione sul rapporto tra giustizia e potere.
Battista non si limita a raccontare la storia, ma invita il lettore a una riflessione più ampia sul presente, mostrando come le dinamiche di esclusione e repressione non siano scomparse, ma abbiano solo cambiato forma.
Il potere e la repressione del dissenso
Uno degli aspetti più interessanti di Ignes Lucis di Sergio Battista è la sua critica al potere, descritto come un’entità che si rigenera continuamente, trovando sempre nuovi modi per reprimere il dissenso. Il concetto di eresia viene presentato come una costruzione sociale, modellata di volta in volta dai dominanti per eliminare le voci scomode. Il libro si avvicina così a opere come Sorcières. La puissance invaincue des femmes di Mona Chollet, in cui la caccia alle streghe viene letta come una forma di oppressione destinata a reprimere l’indipendenza femminile. Ma Battista non si concentra solo sulle donne perseguitate come streghe, in quanto allarga il discorso agli eretici in generale, mostrando come la persecuzione sia stata sempre funzionale al mantenimento dell’ordine sociale.
Il saggio affronta inoltre il ruolo della donna nel cristianesimo, mostrando come nei primi secoli avesse un ruolo centrale nelle comunità cristiane, fu con la progressiva istituzionalizzazione della Chiesa che venne relegata a un ruolo subalterno. Questa visione si riflette nella narrazione cinematografica, in cui le donne accusate di eresia o stregoneria vengono spesso rappresentate come minacce all’ordine stabilito. Il libro si sofferma su come questi archetipi abbiano influenzato la cultura popolare, plasmando pregiudizi che persistono ancora oggi nelle narrazioni mainstream.
Particolarmente interessante è l’analisi della figura di Giovanna d’Arco e delle sue rappresentazioni cinematografiche, con particolare attenzione a La Passione di Giovanna d’Arco (1928) di Carl Theodor Dreyer e Giovanna d’Arco al rogo (1954) di Roberto Rossellini. Sergio Battista fa notare molti particolari di queste opere, per esempio, come il capolavoro di Dreyer utilizza primi piani estremamente ravvicinati per evidenziare il tormento interiore della protagonista e la brutalità del processo inquisitorio, trasformando la sua sofferenza in un simbolo universale di oppressione. Mentre Rossellini adatta l’oratorio di Arthur Honegger e Paul Claudel, offrendo una visione più teatrale e mistica della vicenda, in cui la protagonista, interpretata da Ingrid Bergman, è posta in una dimensione sospesa tra realtà e trascendenza. La sua storia diventa un esempio emblematico della repressione di figure femminili forti e indipendenti. Nei film dedicati a lei, il processo e la condanna assumono una valenza universale: la giovane che sfida le gerarchie maschili e rivendica un contatto diretto con il divino rappresenta una minaccia per un’istituzione che non tollera l’autonomia spirituale femminile. Si analizza le modalità con cui la macchina da presa enfatizza il dolore della protagonista, rendendolo un simbolo dell’oppressione sistematica esercitata dal potere.
Un altro punto di riferimento interessante è l’analisi del ruolo dell’Inquisizione e della caccia alle streghe nella transizione dal feudalesimo al capitalismo, qui l’autore evidenzia come il potere inquisitorio non fosse solo un fenomeno religioso, ma avesse profonde implicazioni economiche e politiche. La condanna per eresia, infatti, portava alla confisca dei beni dell’accusato, un aspetto che veniva spesso sfruttato dalle autorità per consolidare il loro dominio.
Dal punto di vista cinematografico, il libro si colloca nella tradizione della critica storica del cinema, accostandosi a saggi come Storia e cinema di Gian Piero Brunetta, il Battista mostra come il cinema abbia spesso usato il passato per parlare del presente, trasformando figure storiche come Giovanna d’Arco o Giordano Bruno in simboli universali della lotta contro l’oppressione. Il libro eccelle nella ricerca e nell’analisi dei testi filmici, ciò si nota in alcuni punti ad esempio, quando fa riferimento alla discussione sulle eresie medievali con le tesi di Jacques Le Goff o di Carlo Ginzburg, che in I benandanti ha mostrato come alcune credenze popolari venissero reinterpretate dalle autorità ecclesiastiche per giustificare la repressione.
Ignes Lucis è un’opera ambiziosa e ben documentata, che offre una prospettiva originale sulla storia dell’eresia e della sua rappresentazione cinematografica. La sua forza sta nella capacità di connettere passato e presente, mostrando come le dinamiche di esclusione non siano un fenomeno relegato al Medioevo, ma continuino a operare sotto forme diverse
Un ponte tra rigore scientifico e coinvolgimento emotivo
Lo stile di Battista è colto e riflessivo, caratterizzato da un linguaggio evocativo e da una forte carica polemica contro le strutture di potere. L’autore non si limita a descrivere gli eventi, ma costruisce un discorso critico che attraversa filosofia, storia e cinema, utilizzando citazioni letterarie e musicali per ampliare la riflessione. Il testo mescola analisi accademica e narrazione personale, creando un bilanciamento tra rigore scientifico e coinvolgimento emotivo.
La narrazione si sviluppa su due binari principali:
- Il percorso storico – Battista segue un impianto cronologico, partendo dalla nascita dell’eresia come concetto giuridico e religioso per poi sviluppare le pratiche inquisitorie e le varie forme di persecuzione. In questa sezione l’autore adotta un metodo storiografico classico, basato sull’analisi dei documenti e sulle fonti primarie. Tuttavia, non si limita a una ricostruzione fattuale, ma si sofferma sulle conseguenze psicologiche e culturali di queste dinamiche, esplorando il modo in cui hanno influenzato la nostra percezione della storia.
- L’analisi cinematografica – Qui la narrazione si fa più libera e interpretativa. L’autore si sofferma su alcuni film chiave che hanno raccontato episodi di inquisizione e martirio, ponendo l’attenzione su scelte registiche, inquadrature, dialoghi e colonna sonora. Battista analizza il ruolo della macchina da presa nella costruzione della memoria visiva, spiegando come il cinema possa tanto rafforzare le narrazioni ufficiali quanto decostruirle per offrire una prospettiva critica.
L’autore adotta una voce narrante fortemente coinvolta, con un tono che oscilla tra il saggio accademico e la scrittura divulgativa. L’autore non si limita a esporre i fatti, ma interviene direttamente con osservazioni personali, interpretazioni e richiami alla contemporaneità. La sua prosa si distingue per la capacità di evocare immagini potenti e per un uso sapiente delle metafore, che rendono la lettura scorrevole e stimolante. Il testo invita il lettore a una riflessione attiva, ponendo domande e stimolando connessioni tra passato e presente.
In definitiva, Ignes Lucis non è solo un libro sulla storia dell’eresia e della sua rappresentazione nel cinema, ma un’opera che ci invita a ripensare il potere e i suoi meccanismi. Con un linguaggio raffinato e un impianto critico solido, l’autore costruisce un testo avvincente che getta luce sulle dinamiche di oppressione che ancora oggi influenzano la società contemporanea.
L’Autore
Sergio Battista, nato a Roma il 27.02.1969 è in possesso di una Laurea Magistrale in Scienze dello Spettacolo, conseguita presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata con una tesi in Storiografia cinematografica dal titolo: “Storia, documento, immagine nel cinema di Paolo Benvenuti” con la votazione di 110/110 e Lode e di un Diploma conseguito presso il Conservatorio di S. Cecilia di Roma. Svolge attività come musicista professionista e docente, interessi professionali ai quali ha affiancato l’attività di critico cinematografico dapprima su Brainstorming culturale e recentemente in qualità di Caporedattore della redazione cinema presso la testata online Gufetto Magazine. È stato coordinatore di giuria dell’Italia Green Film Festival ed è tuttora nella giuria di Mototematica – Motorcycle Film Festival. È attivo, inoltre, come fotografo: in questo ambito ha avuto occasione di esporre in mostre fotografiche collettive e personali a Roma, Civitavecchia, Milano, La Spezia, Barcellona, Cordoba. Nel 2017 ha pubblicato per Cultura e dintorni Editore, il libro fotografico La voce delle donne – Considerazioni al femminile riguardo alla violenza di genere, del quale ha realizzato anche una mostra fotografica esposta nel maggio 2017 presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma, mentre nel 2022 pubblica il saggio Il cinema dalla parte degli ultimi edito da Porto Seguro Editore, con il quale ha ottenuto il Premio Cinema e Letteratura al Premio Letterario La Ginestra di Firenze e il Premio Cinema Scomodo al Premio Letterario Internazionale “Lago Gerundo”, si è classificato al 2° posto nella categoria saggistica del Premio Nazionale di Narrativa e Saggistica “Il Delfino 2022” di Tirrenia (PI), ed è risultato finalista nella cinquina del della XIX edizione del Premio Carver. Nel 2023 pubblica il saggio breve L’Uomo, il tempo e il paesaggio edito dalla casa editrice romana ChiPiùNeArt.
Ignes Lucis. Eretici e streghe nella storia del cinema; Sergio Battista; Tempesta Editore (2024) pag.210
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