
Natale in casa Cupiello: quando il Natale è “casa”
Articolo di Angela Di Salvo

RAGUSA – Sabato 14 e domenica 15 dicembre presso il teatro dei Salesiani a Ragusa la Compagnia “Amici del Teatro” di Chiaramonte Gulfi ha rappresentato di fronte a un numeroso pubblico la famosa commedia di Eduardo De Filippo “Natale in casa Cupiello”.
Si tratta di un cavallo di battaglia della storica compagnia che l’ha portato sulla scena in varie occasioni. Gli interpreti sono stati Mario Bentivegna, Silvana Catania,Giovanni Calabrese, Sebastiano D’Angelo,Vito Cultrera, Giovanni Alderisi, Gina Cusumana, Alessandro Cascone, Rosa D’Asta, Mario Molè e Cristina Catania. Scene di Federico Noto, luci e fonica di Paolo Gozzi, regia di Vito Cultrera.
Si tratta di una commedia tragicomica in tre atti che Edoardo compose nel 1931 e che fu rappresenta per la prima volta lo stesso anno presso il teatro Kursaal di Napoli. La vicenda si svolge nell’arco di 5 giorni proprio in casa della famiglia Cupiello e rappresenta le beghe familiari di genitori e figli nel periodo delle festività natalizie che vengono stravolte dal susseguirsi degli avvenimenti e che portano, pur nel crescente e comico intreccio delle situazioni, tra il serio e il grottesco, e un tragico epilogo della storia che tuttavia, ha il sapore della serenità ritrovata.
Soltanto il genio di Edoardo De Filippo sarebbe stato capace di armonizzare in tale abile maniera il tragico e il comico, il quotidiano e il sacro, i conflitti familiari e le relazioni sociali in un’unica opera che scorre leggera, ma intensa, davanti agli occhi degli spettatori commossi e divertiti allo stesso tempo, catapultati nell’atmosfera dimessa e intima di casa Cupiello. Non ci sono azioni roboanti, intreccio complicato, intrighi, dialoghi cerebrali o patetici, ma una semplice storia di figli problematici e genitori protettivi che si dibattono gli uni nella ricerca della loro strada e gli altri nel bisogno di aiutarli a riparare gli errori commessi.
La Trama
Al centro della vicenda c’è il personaggio del padre di famiglia Luca Cupiello, un uomo che ha conservato l’innocenza e l’ingenuità del bambino e la tenerezza dei sentimenti verso un evento religioso e importante come il Natale. La costruzione minuziosa del presepe (ingombrante in una piccola dimora) rappresenta per lui il momento più bello dell’anno in cui la famiglia si può ritrovare calorosamente consumando il tradizionale cenone a base di anguilla.

La sua ossessiva e maniacale attenzione all’allestimento di questo presepe si scontra però con l’indifferenza e l’insofferenza del figlio irriverente Tommasino, della moglie Concetta paziente e lamentosa, del fratello scapolo Pasqualino, ospite fisso a casa sua in perenne contrasto con il nipote che non disdegna qualche furtarello allo zio. E poi la figlia fedigrafa Ninuccia, donna infelice tormentata che ha dovuto accettare un matrimonio forzato per una gradita ascesa sociale dei suoi genitori, ma innamorata di un altro uomo con cui medita di fuggire, il marito collerico Nicolino, che non sa se perdonare o interrompere il matrimonio, e infine e l’amante scomodo Vittorio capitato casualmente nell’abitazione della famiglia la sera della vigilia e che sconvolgerà l’apparente armonia della festività imminente, causando lo scoppio dello scandalo e il tracollo fisico ed emotivo del protagonista.
Infine i vicini di casa nella loro corale dimensione partecipativa e di sostegno completano il tutto in una suggestiva e rassicurante rete relazionale di verghiana memoria.
E’ stupefacente constatare che solo in una commedia brillante del grande De Filippo si poteva prevenire alla morte del protagonista (già sofferente, ma poi destabilizzato dal disastro familiare) trasmettendo al pubblico , oltre l’ineluttabilità dell’evento e il tragico epilogo, anche il contesto di serenità e di sacrale intimità che si genera quando si dà spazio all’amore , mentre la rete degli affetti che si riesce a mantenere, rende il Natale la meravigliosa festa che è, a dispetto di ogni dramma.
La compagnia degli amici del Teatro, con loro magistrale interpretazione, ha voluto così regalare alla comunità ragusana il messaggio profondo che la famiglia sta alla base di ogni festa e che ogni festa è bella e vera solamente se si resta uniti e si sa condividere, restando sempre capaci di rinascere.