Abbasso Halloween viva la festa dei morti
C’era una volta in Sicilia la festa dei morti
di Mariceta Gandolfo
Il 2 novembre, giorno di tristezza e commemorazione in tutta Italia, è invece anche giorno di festa in Sicilia perché i morti della famiglia, nonni, genitori e parenti estinti tornano sulla terra la notte della vigilia per portare dolci e doni ai bambini, che si sono premurati di avvertirli dei loro desideri con la letterina consegnata nelle mani dei loro genitori, i quali, si sa, hanno una misteriosa via per comunicare con l’aldilà.
Ricordo l’ansia con cui andavo a letto la notte della vigilia, sforzandomi di rimanere sveglia, per vedere dove i morti nascondevano i giocattoli, ma nello stesso tempo fingendo di dormire, perché i morti erano dispettosi e se avessero trovato un bambino ancora sveglio non gli avrebbero portato niente.
Stessa sorte sarebbe toccata ai bambini più grandi che si fossero permessi di rivelare ai fratellini più piccoli il segreto dei morti, cioè che i doni li compravano i genitori e li nascondevano in vari punti della casa e quelli, pur morendo dalla voglia di pavoneggiarsi con la loro sapienza, tacevano per paura di non ricevere nulla.
La mattina noi bambini saltavamo giù dal letto e cominciavamo la ricerca aiutati dai nostri genitori, che a volte azzardavano qualche suggerimento: ”Guarda in fondo a quel cassetto, mi sembra di intravedere qualcosa che luccica” .
Dopo andavamo al cimitero per ringraziare i morti e portare i fiori sulla tomba e per la strada si vedevano bambini con biciclette nuove, carrozzine per le bambole e pupi di zucchero, soprattutto nei quartieri popolari, perché la festa era molto sentita e i poveri si sarebbero fatti togliere il pane di bocca, piuttosto che togliere i doni dei morti ai loro bambini.
Spesso le persone ignoranti giudicano questa festa macabra, senza sapere che ha origini antichissime, che risalgono alla cultura greca e mediterranea, ma soprattutto ha un profondo significato spirituale, perché esorcizza nei bambini la paura della morte e rinsalda quella corrispondenza di amorosi sensi fra mondo dei vivi e mondo dei morti, che è di grande consolazione anche per gli adulti .
I morti non sono figure spaventose, che ci vogliono fare del male, ma sono i nostri cari, che dall’aldilà continuano a vegliare su di noi(così la festa pagana si è perfettamente fusa con la visione cristiana della morte)e una notte dell’anno tornano sulla terra per portare doni e dolciumi ai bambini, che li aspettano con gioia, conservandone la memoria nel cuore.
Oggi la festa dei morti è stata sostituita dalla festa di Halloween.
Questa festa, che cade nella notte fra Ognissanti e il giorno di commemorazione dei defunti, non appartiene alla nostra tradizione, ma è un prodotto d’importazione, che viene dalla tradizione anglosassone. Nella notte di Halloween si risvegliano i morti, escono dalle tombe, con l’aspetto spaventoso di zombie, morti viventi, e si uniscono ad altre forme di creature delle tenebre, come streghe, vampiri ,stregoni, scorrazzando per la Terra e terrorizzando i vivi.
I bambini, che amano i racconti del terrore, per il piacere poi di rifugiarsi fra le braccia sicure dei genitori, si travestono da scheletri, streghe e vampiri e si dedicano ad una stupida attività, (anche rischiosa)quale quella di bussare alla porta di sconosciuti e chiedere: dolcetto o scherzetto?, ricevendone in cambio dolciumi, mentre gli adulti, o almeno una certa categoria di adulti scemi, partecipano a feste, travestiti con gli stessi costumi dei bambini, senza fare nulla di diverso da una normale serata in discoteca, tranne divertirsi ad indossare cappelli da strega o completi da scheletro
Naturalmente è scomparsa ogni forma di devozione e pietas religiosa collegata a questa giornata, come recarsi al cimitero e portare un fiore sulla tomba dei parenti, o almeno rinnovarne il ricordo nella mente dei bambini, perché l’uomo moderno non vuole pensare alla morte, allontana da sé l’idea del cimitero e si illude di non morire mai, anzi di restare eternamente giovane, grazie ai progressi della medicina.
Ma non sempre il progresso coincide con la modernità, per cui dico:
abbasso Hallowen, viva la festa dei morti!