“Matteo Capitolo 25”: un inno alla Carità nel Cinema
Una rivisitazione profonda di Totò Troìa e Piero Salerno sull’Amore e la Vita Cristiana
Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
Amerai il tuo prossimo come te stesso
Il cortometraggio “Matteo Capitolo 25,” diretto da Totò Troìa e Piero Salerno, rappresenta una lettura contemporanea e incisiva del passo evangelico “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Questo film non si limita a un’interpretazione tradizionale, ma offre una riflessione profonda sulla vita quotidiana del cristiano, invitando a vivere la Santa Messa non solo come un rito, ma come un autentico incontro con il divino, spesso trascurato da molti fedeli che vi partecipano con scarsa preparazione e devozione.
Attraverso una serie di immagini e sequenze cinematografiche ben costruite, i registi ci sottopongono a un vero e proprio esame di coscienza. Le varie scene ci costringono a confrontarci con i nostri comportamenti e con i modi errati di vivere non solo il nostro rapporto con Dio, ma anche quello con il prossimo. Dopo la visione di questo cortometraggio, emergono interrogativi significativi e ineludibili: Che cos’è oggi la carità? Chi è il mio prossimo? Come vivo la mia cristianità nella quotidianità? Rispettiamo davvero l’insegnamento che Cristo ci ha lasciato?
Il film utilizza la figura di un bambino, il quale, attraverso i suoi flashback, ci offre non solo risposte, ma anche una nuova prospettiva su come affrontare questi interrogativi. In modo semplice e diretto, il bambino ci ricorda che “i piccoli ci guardano!” Siamo noi adulti a trasmettere loro cattivi esempi, e questo dovrebbe farci riflettere sul peso delle nostre azioni. La loro innocenza, infatti, li spinge a comportamenti più giusti e caritatevoli, in netto contrasto con il nostro egoismo.
MATTEO CAPITOLO 25, DOVE LA CARITA’ E’ AMORE
Il tema centrale del cortometraggio è la Carità, che diventa il fulcro attorno al quale ruota tutto. Senza rendercene conto, è proprio dalla Carità che scaturisce l’Amore per Dio e per il Prossimo. La scena chiave di tutto il Corto rappresenta un povero alla porta della chiesa, simbolo dell’atteggiamento di indifferenza dei passanti nei confronti del “Prossimo” in difficoltà. Questo semplice gesto di richiesta di aiuto diventa un potente richiamo alla riflessione su come spesso ignoriamo le necessità altrui.
Tutto ciò ci riporta al concetto di Carità, secondo San Paolo, all’ inno all’amore come “agape,” un amore che trascende il desiderio e la passione e che si esprime in termini di gratuità e altruismo. Paolo ci ricorda che, anche dopo la cessazione di fede e speranza, l’amore rimane l’unica cosa che conta in eterno. Il cortometraggio mette in evidenza come la Carità non sia solo un atto, ma un modo di vivere, un principio da cui far derivare tutte le nostre azioni quotidiane.
La conclusione del film sottolinea che Carità è Amore e l’Amore è Dio. Questo messaggio potente invita tutti a vedere nel cortometraggio il contenuto incisivo che riesce a comunicare. Proprio come l’Apostolo Paolo nell’inno alla Carità (1 Corinzi 13,1-13), che descrive le qualità essenziali dell’Amore, come la magnanimità, la bontà e la pazienza, il film ci invita a riflettere su come un amore autentico possa guidarci verso una vita piena e significativa, in netto contrasto con i messaggi egoistici e superficiali che spesso dominano la nostra società moderna.
MATTEO CAPITOLO 25 RILETTURA DELL’INNO ALL’AMORE DI SAN PAOLO
Il cortometraggio offre una reinterpretazione moderna dell’inno paolino. Come ci suggerisce Monsignor Roberto Brunelli in una sua omelia, questo passo di San Paolo va interpretato seguendo uno schema di divisione in tre parti che ci evidenziano la superiorità dell’amore. Nella prima parte, si afferma: “Se parlassi tutte le lingue e avessi fede da spostare le montagne, ma non avessi l’amore, non varrei nulla.” Questo sottolinea come, senza amore, anche le doti più straordinarie perdano significato. La seconda parte elenca le qualità fondamentali dell’Amore: pazienza, umiltà, rispetto e la capacità di perdonare. Infine, nella terza parte, si afferma che l’amore è eterno: “Ora solo tre cose contano: la fede, la speranza e l’amore. Ma la più grande di tutte è l’amore.” Questa struttura dell’inno ci invita a riflettere sull’importanza dell’amore come valore centrale nelle nostre vite così come viene ripreso dal gesto caritatevole e amorevole del piccolo protagonista del film.
In conclusione, “Matteo Capitolo 25” è un invito a riflettere sul significato profondo dell’amore nella nostra vita quotidiana. Ci spinge a riconsiderare le nostre priorità, a riscoprire la vera essenza della Carità e a vivere secondo gli insegnamenti di Cristo, trasformando così le nostre vite e quelle degli altri in un percorso verso una comunione più autentica e profonda con Dio e con il prossimo.
Per visionare il Cortometraggio “ Matteo Capitolo 25” cliccare il link
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