
L’Ira di Dio di Costanza Di Quattro: il tormento di un’anima
Siamo a Ibla, alla fine del 1600, precisamente nel gennaio del 1693, ma potrebbe essere qualsiasi altro luogo del mondo in qualsiasi tempo, perché poco è cambiato, da allora, nei modi di fare e pensare della gente. L’Ira di Dio di Costanza Di Quattro intreccia magistralmente la tormentata storia personale di un sacerdote con il destino di una comunità siciliana, devastata dal terribile terremoto del 1693. Il protagonista, padre Bernardo L’Arestia, è un uomo che non ha mai veramente voluto consacrare la sua vita a Dio, ma è stato costretto dalla madre a prendere i voti. Questo conflitto interiore lo conduce a una vita fatta di preghiere e peccati, accostata alla sua relazione proibita con Tresina, una giovane donna che diventa la sua amante e, per gli occhi di tutti, la sua perpetua.
La parrocchia di Santa Maria dell’Itria è una comunità di anime misere, un rifugio per derelitti che non troverebbero accoglienza nelle chiese colme d’incenso e ornate di buoni propositi. Qui, anche le prostitute trovano redenzione, i vagabondi e le zitelle arcigne trovano un posto dove, per una volta, non sono loro al centro del pubblico ludibrio per i loro peccati, perché chi li dovrebbe assolvere ha già i suoi peccati da confessare a Dio e al popolo.
Il mite Eligio, l’unico a cui la sorte aveva dato ricchezza e onore dalla discendenza di un nobile casato, alla fine è colui a cui la stessa sorte toglie tutto. Sarà proprio Eligio però a insegnare a suo fratello Bernardo il significato del perdono, a mostrare cosa significa dimenticare, anche se le ferite rimarranno per sempre.
Ma questa non è solo la storia di un amore travagliato tra Bernardo e Tresina o tra Bernardo e il suo Dio. È una storia d’amore immenso e senza fine tra Costanza Di Quattro e Ibla. È Ibla, infatti, che domina dall’inizio alla fine, in ogni pagina e sotto ogni aspetto questo lavoro. Con le parole che solo una persona innamorata può usare, l’autrice ce la dipinge: superba, nobile, cinica e orgogliosa nel saper rinascere, proprio come Bernardo. Un città che rivuole ciò che gli è stato sottratto, per offrire ancora a ogni viaggiatore che qui vi si reca, i suoi tramonti, i suoi paesaggi, i suoi palazzi e le sue chiese.
L’Ira di Dio di Costanza Di Quattro e Il peccato di padre Mouret, di Émile Zola, più di un punto comune.
Il romanzo esplora temi complessi come la vocazione religiosa imposta, la lotta interiore tra desiderio e dovere, e la capacità di rinascita dopo la distruzione. Quando il terremoto di Noto distrugge Ragusa Ibla, Bernardo è costretto a confrontarsi con la perdita e il senso di colpa, mentre la comunità interpreta la catastrofe come una punizione divina “Pentitevi, pentitevi tutti, è arrivata la fine del mondo. L’Ira di Dio si è abbattuta sui vostri peccati…”.
La descrizione della devastazione e della successiva ricostruzione evidenzia la resilienza umana e la capacità di trovare speranza nella bellezza e nella rinascita. Sapientemente, l’autrice Costanza Di Quattro rimanda tutto ciò a un punto cruciale della vita di Bernardo: quando tutto per lui sembra ormai perduto arriva la catarsi. Il ritrovamento del libro di Sant’Agostino, De Civitate Dei, per Bernardo è uno strumento di profonda meditazione e un mezzo per riappropriarsi della sua vita. Questo momento di rivelazione richiama alla mente il viaggio spirituale del Santo di Ippona stesso, che attraverso la riflessione e la ricerca interiore trovò una nuova direzione e significato nella sua esistenza. Bernardo comincerà una via di redenzione, che lo aiuterà anche a comprendere la complessità del suo ruolo come sacerdote e uomo. Questa svolta nella narrazione sottolinea il potere sottile delle scienze filosofiche e della letteratura nel fornire consolazione e guida nei momenti di crisi, proprio come il protagonista de L’Ira di Dio, che riesce a rinascere dalle macerie della sua vita grazie a questa lettura ispiratrice.
L’Ira di Dio di Costanza Di Quattro rimanda alla mente Il peccato di padre Mouret di Émile Zola, entrambi i romanzi trattano del conflitto tra amore e dovere religioso per turbamenti interiori dei protagonisti. In L’Ira di Dio, padre Bernardo L’Arestia è un sacerdote che si innamora di Tresina, una giovane donna che diventa la sua perpetua. Il suo amore per Tresina entra in conflitto con il suo dovere religioso, causando un forte senso di colpa e tormento interiore. Allo stesso modo, in Il peccato di padre Mouret, Serge Mouret è un giovane prete che si innamora di Albine, una ragazza che vive in un giardino paradisiaco. Serge affronta un dilemma morale e spirituale tra il suo amore per Albine e la sua vocazione religiosa.
Il tormento interiore dei protagonisti è un elemento centrale in entrambe le storie. Bernardo è costretto dalla madre a diventare sacerdote e vive un conflitto tra le sue inclinazioni personali e le aspettative della sua comunità e della sua fede. Questo lo porta a un periodo di riflessione e redenzione personale attraverso la lettura di De Civitate Dei di Sant’Agostino. Anche Serge è dilaniato tra il suo amore per Albine e la sua vocazione, vivendo momenti di felicità che sono bruscamente interrotti dal ritorno alla sua vita monastica, piena di sensi di colpa e confusione spirituale.
L’ ambientazioni storica e geografica aggiunge ulteriore profondità al romanzo, il devastante terremoto del 1693 in Sicilia, simboleggia la distruzione associata alla punizione divina un segno di sconquasso dell’anima, che conduce alla successiva necessità di rinascita sia fisica che spirituale
Costanza di Quattro mette in luce i tormenti e complessità personali rispecchiando la realtà della vita
Scritto come un diario che scandisce il trascorrere del tempo, L’Ira di Dio apre ogni capitolo con una data, guidando il lettore attraverso i giorni che dal dicembre del 1692 conducono all’11 gennaio 1693, data del devastante terremoto che segnerà la storia della Sicilia sud ̶ orientale. Costanza Di Quattro, dopo aver condotto una rigorosa analisi storica, proietta il lettore in un mondo lontano, facendoglielo rivivere come se fosse presente, grazie a una diegesi attentamente costruita. La narrazione è affidata a un narratore onnisciente, che accompagna chi legge non solo tra i vicoli, i monasteri e i palazzi di Ibla, ma anche nei meandri della mente di Padre Bernardo L’Arestia.
L’accurata scelta dei vocaboli evoca luoghi e tempi con una verità che va oltre il verosimile. I personaggi non sono semplicemente rappresentati, ma immersi nelle loro normali attività quotidiane. È attraverso i loro gesti, movenze e difetti che il lettore li conosce e li interiorizza. Così, Padre Bernardo, con il suo modo stralunato di dire messa e il suo altero camminare, rivela la sua bellezza, le sua nobiltà e il suo tormento interiore. La calma e la riflessione di Eligio, segnata dalla menomazione, emergono attraverso la sua tranquillità e saggezza, quasi fosse la voce della coscienza di Bernardo “Se non esiste perché metti tanta energia a odiarlo? (ndr Dio)”. Tresina, aspra e selvaggia, possiede una femminilità incontenibile che riflette la terra di Sicilia: sfrontata e riservata, come se le due qualità fossero costantemente calibrate da un orologiaio.
Nessun personaggio è lasciato in secondo piano. Ognuno possiede uno spessore e una vita propria, con tormenti e complessità personali, rispecchiando la realtà della vita, dove ogni individuo è protagonista della propria esistenza. Così, i personaggi di Di Quattro, come Padre Costante e il piccolo Gasparino, prendono colore e vita in base alle situazioni e alle esperienze vissute. Silenziosi come ombre, accompagneranno il percorso di Bernardo, parlando solo quando necessario per offrirgli il giusto supporto e consiglio.
L’ira di Dio è una lettura avvincente e profonda che affascina e invita alla riflessione su temi universali come la fede, l’amore e la resilienza. Con una narrazione densa e ricca di dettagli, il romanzo non solo ricostruisce un momento cruciale della storia, ma esplora anche la complessità dell’animo umano, offrendo al lettore un’esperienza emotiva e intellettuale indimenticabile.
Consigliato a chi: agli amanti dei romazi storici; a chi predilige le storie con personaggi tormentati; a tutti coloro che amano la terra di Sicilia; ai lettori appassionati di libri da cui è difficile staccarsi.
Titolo: L’Ira di Dio
Autore: Costanza DiQuattro
Casa Editrice: Baldini + Castoldi
Anno di Pubblicazione: 2024
Pagine: 272