
“Oltre la Rete”: un dialogo tra pittura e sport nella 35esima edizione del “Palermo Ladies Open”
Il “Country Club Palermo”, in questi giorni, sta ospitando la 35esima edizione del “Palermo Ladies Open”, un rinomato torneo di tennis femminile che si svolgerà fino a Domenica 21 luglio, sui campi in terra rossa del circolo palermitano. Questo torneo, classificato come WTA 250, vanta una lunga e prestigiosa tradizione, attirando ogni anno le migliori giocatrici del panorama internazionale. Gli appassionati di tennis possono aspettarsi sfide emozionanti e momenti di grande spettacolo in una competizione di alto livello.


In questo clima di sport e spettacolo, all’interno dell’“Agorà Ladies Open” – spazio tra artigianato shop e cultura-, un percorso obbligato per tutti i visitatori che si accingono a entrare per assistere al torneo, è possibile ammirare, nell’esposizione “Oltre la Rete”, le opere d’arte di alcuni artisti che la galleria “Artetika” ha messo in mostra per tutti i visitatori e gli appassionati di sport e di Arte.
“Desideravamo essere presenti nel nostro circolo che da anni accoglie un evento così importante per il mondo dello sport in generale, e del tennis femminile in particolare-ci spiega Esmeralda Magistrelli, gallerista di “Artetika-Spazio espositivo per l’Anima” – con un’accoglienza di impatto immediato, in grado di suscitare forti emozioni. Questo spazio, porta d’accesso per tutti gli appassionati del torneo, offre una visione immediata delle opere che esprimono e suscitano emozioni complesse”.

Gli artisti
All’interno dell’”Agorà Ladies Open”, in cui è possibile anche acquistare articoli sportivi e prodotti artigianali, saranno presenti le opere di cinque artisti:
Ivana Di Pisa, Giuseppe Laparola, Kino Mistral, Fabio Mattaliano, Francesca C.
Le parole del critico d’Arte Massimiliano Reggiani:
La selezione di Artisti porta l’osservatore in un percorso che va dalla materia e dall’emozione al ritmo e al perfetto controllo del gesto. Ivana Di Pisa apre con un proprio dipinto materico in cui il paesaggio urbano diventa racconto e, al tempo stesso, presagio di una antropizzazione selvaggia che fagocita e profana l’equilibrio della vita. Proprio partendo dall’opera di Ivana Di Pisa “Oltre la rete” ci invita ad altre possibili visioni tutte caratterizzate da uno scambio attivo tra Artista e fruitore. I dipinti, infatti, sono esempi di linguaggi dell’Arte, di estetiche personali dove gli elementi del quotidiano vengono raccontati attraverso una composizione più simbolica, geometrizzante, quasi fossero un alfabeto della narrazione visiva. Ecco allora che i colori squillanti di Fabio Mattaliano vestono e danno nuova voce al tessuto architettonico della città, ai suoi monumenti perduti nel tumulto del traffico, nel vociare di turisti e passanti. Le figure diventano esili, quasi filiformi, scorrono sulle vie che hanno assunto i riflessi iridescenti di un improvviso arcobaleno. Una realtà ripensata, un ordinario che diventa esperienza ancora non vissuta ma possibile.
L’arte di Fabio Mattaliano è di un’intelligenza vivace, che svela l’aspetto nascosto delle cose; un mistero non certo legato all’oblio, perché per lui nascosto non significa dimenticato, polveroso, sedimentato, bensì potenziale. È la scoperta di ciò che l’ordinario può essere ma ha come presupposto la nostra capacità di ricreare, senza distruggere. La consonanza con l’evento sportivo diventa evidente: il colpo da maestro è la capacità di superarsi pur mantenendosi entro le regole condivise.La scelta e l’accettazione di regole, il piacere di uno schema senza sorprese dove tutti sono chiamati a misurarsi, portando così in evidenza l’eccellenza del singolo, costituiscono la prospettiva in cui si possono leggere due altri Artisti presenti: Giuseppe Laparòla e Francesca C. ambedue palermitani, entrambi attenti cultori del quotidiano.


Molti personaggi dei dipinti di Laparòla sembrano interpretare narrazioni auliche o sacre, ma sono figure, simboli e caratteri tutti facilmente riconoscibili. Oggetti d’uso, uomini e donne che incontriamo passando per strada. L’Artista però riesce a donar loro una nuova realtà, li ricontestualizza e ciò basta a farci improvvisamente comprendere appieno la loro dignità e il valore umano altrimenti negletto allo sguardo dei più.
Francesca Cannatella, la misteriosa C. del suo nome d’arte, avvolge i propri soggetti in un gesto affettuoso, fatto di pennellate morbide, sinuose. Sono elementi che tutti conoscono, emblemi dell’isola e del Mediterraneo tutto: la testa di moro, i racconti popolari, il profumo dei limoni. Ancora una volta le regole sono conosciute, il significato è chiaro: non esistono dubbi, interpretazioni ambigue, possibili malintesi. L’opera è un dato di fatto, il modo di renderla, la sfida dello stile rappresentano invece il lato agonistico del dipingere, il mettersi in gioco per parlare dell’abituale senza scivolare nella banalità.
Infine la punta di diamante, l’architetto Kino Mistral che ha fatto irrompere i colori di un Sud quasi magico nella purezza di linea e d’esecuzione di una cultura lombarda che ancora profuma di Secessione viennese. Non a caso un suo dipinto diventa centro e simbolo dell’intera esposizione. Si guarda la locandina, si assaporano gli Artisti ma l’orizzonte è proiettato fuori, oltre la rete. Forse sono concentrati sui colpi secchi ed acrobatici, forse i soggetti sentono di appartenere ad una visione diversa. L’Arte non racconta necessariamente l’epico, il sacro, l’eroico, il meraviglioso. L’Arte è anche costruzione quotidiana, di un mondo comprensibile e più bello. Un campo di gara in cui tutti possiamo misurarci, per crescere in armonia e dare ognuno il meglio dei propri talenti.
Conclusioni

La pratica sportiva e le prestazioni artistiche, spesso considerati due mondi differenti, hanno invece molte affinità, proprio perché entrambe suscitano emozioni. L’esposizione “Oltre La Rete” sembra esprimere bene questo concetto: il forte connubio tra l’Arte e lo Sport. L’ Arte come lo Sport in generale, può diventare un campo di gara, una sfida tra artista e spettatore in cui l’artista, come nel gioco del tennis, è chiamato a riflettere, focalizzare, a rispettare le “regole”, a confrontarsi in totale solitudine, a orientarsi in una dimensione spazio temporale. Il tennis, in particolare, lo “sport della mente” si concilia perfettamente con l’Arte e come l’Arte è chiamato a confrontarsi con situazioni mutevoli. Si tratta di un allenamento della mente che l’artista è invitato a fare come l’atleta in un campo sportivo immaginario, attraverso una sfida, conservando un atteggiamento concentrato e positivo, andando oltre l’ordinario pur accettando le regole del “gioco”.
Colpiscono i colori di queste opere in cui non è difficile scorgere la bellezza del movimento legato all’attività sportiva come espressione dell’atleta, del proprio stile. Allo stesso modo gli artisti, attraverso le opere, veicolano i propri pensieri le proprie emozioni, esprimendo se stessi.
Lo Sport e l’Arte, inoltre, posseggono entrambe la capacità di creare legami, unire le persone. In questo modo chi guarda le opere riesce ad andare “oltre la rete” osservando uno sport e, nello stesso tempo, un’opera d’arte che richiede dedizione passione e disciplina legando insieme le persone a un gioco di sensazioni in una dimensione terrena ma anche spirituale.
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