19/02/2025
L’eco del silenzio di Annamaria Farricelli: essere “terra di nessuno”
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L’eco del silenzio di Annamaria Farricelli: essere “terra di nessuno”

Lug 15, 2024

Marianna è una ragazza bella e piena di sogni, che vive in una tranquilla località marina vicino Napoli negli anni ’60. Cresciuta in una famiglia borghese attenta e amorevole, Marianna immagina per sé un futuro luminoso: un diploma di scuola magistrale e una carriera da insegnante. Corteggiata dai coetanei, sogna anche un matrimonio felice.

La sua vita prende una svolta drammatica con l’arrivo di Francesco, un uomo di 28 anni, che prende in affitto una camera nella casa di Marianna quando lei è poco più che quindicenne. Nonostante i suoi genitori non notino nulla di strano, Marianna avverte le cattive intenzioni di quest’uomo. Un pomeriggio di maggio, Francesco le usa violenza, causando accidentalmente una gravidanza. Inesperta, Marianna non pensa di poter essere rimasta incinta, ma i cambiamenti del suo corpo vengono confermati dal medico. Francesco è costretto a un matrimonio riparatore, che segnerà l’inizio di una vita di umiliazioni e sofferenze per la ragazza.

Marianna, diventata madre a soli 16 anni di una bimba dagli occhi azzurri, si ritrova in una situazione di totale sottomissione. Francesco, descritto dall’autrice come simile a Mastro Don Gesualdo di Verga, si rivela non solo avaro economicamente, ma anche affettivamente. Nonostante tutto, la ragazza riesce a realizzare parte dei suoi sogni: diventa insegnante, si laurea in Lettere e vince un concorso a cattedra. La sua carriera le offre una finestra su un mondo di soddisfazioni, ma ogni giorno deve tornare a casa, vittima di un marito che la umilia e rifiuta ogni contatto fisico, incolpandola dei suoi “insuccessi“.

La narrazione autobiografica di Annamaria Farricelli ci racconta la lotta di una ragazzacontro un destino crudele, il suo coraggio e la sua resilienza. Nonostante le difficoltà, infatti Marianna riesce a dare qualcosa di sé ai suoi allievi e a trovare una parvenza di pace nel suo lavoro. Tuttavia, la sua vita personale è un inferno che la porta verso il baratro.

Proprio quando sembra non esserci più speranza, Marianna trova un nuovo motivo per vivere ascoltando l’eco del silenzio e finalmente aprendo gli occhi alla verità. Questa scoperta le offrirà una nuova speranza, segnando l’inizio di una possibile rinascita.

 “L’eco del silenzio” è la storia toccante e vera di una donna che lotta contro le avversità, ma Marianna dove troverà la forza di risollevarsi e di guardare al futuro con speranza?

L’autrice condurrà il lettore ad avventurarsi in questa ricerca, per arrivare insieme alla protagonista alle fasi finali del racconto, dopo anni di silenzi e privazioni ci sarà la tanto attesa rinascita? 

Marianna come Anna Karenina e Effi Briest

Un atto di violenza è l’inizio di una vita di falsità e soprusi per la giovane  Marianna, la protagonista di “L’eco del Silenzio“. Un matrimonio riparatore non voluto in cui lei non ne aveva avuto parte “La vita di Marianna recisa! Dalle mani dei genitori, come un “pacchetto”, passò nelle mani di Francesco. Quel “pacchetto” privato di contenuto, cominciò la sua espiazione!”.

Il romanzo di Annamaria Farricelli presenta contenuti forti e che sfidano il lettore a porsi molte domande.  Attraverso una narrazione intensa e ben calibrata, l’autrice denuncia i pregiudizi che relegano la donna a un ruolo subalterno nella società e la costringono al silenzio, come se a lei non fosse riconosciuto il diritto alla felicità. La storia si sviluppa in modo tale da permettere al lettore di immergersi nel dolore e nella sofferenza della protagonista   narrati con estrema  sensibilità,  in contrapposizione alla critica feroce verso il cinismo maschile incarnato da Francesco.

Francesco, il marito di Marianna, è un personaggio complesso: costretto al matrimonio, debole e preda di impulsi interiori irrisolti, rappresenta la violenza psicologica che molte donne subiscono. Questo tipo di violenza è spesso invisibile, ma lascia segni profondi e duraturi nell’animo delle vittime, minando la loro autostima e libertà. La sete di potere economico di Francesco, spesso paragonata all’avidità di Mastro Don Gesualdo  di Verga per il suo attaccamento alla“roba” è un tema ricorrente nel romanzo, poiché rappresenta una delle tante forme di abuso che Marianna deve sopportare. La fusione fra i due personaggi  creata sapientemente dall’autrice  lascia un segno in chi legge, in quanto rimanda a pieno l’avidità e l’aridità di chi troppo preso dal possesso tralascia di curare i sentimenti e gli aspetti più importanti della vita.

Marianna è un ritratto di donna complesso e affascinante, che ci conduce attraverso territori tormentati e pieni di inquietudine. Giovane, vivace e impulsiva, è un personaggio tragico la cui vita viene distrutta dalle rigide norme sociali e dalla mancanza di comprensione e affetto. La sua storia è un’esplorazione dell’ipocrisia sociale e della ricerca incessante di amore. Nonostante le sue difficoltà, Marianna emerge come una figura forte e resiliente, capace di riscoprire la propria essenza femminile e il proprio valore, e che  attraverso il suo viaggio di dolore e riscatto, ridà dignità  al ruolo delle donne.

Molti autori hanno esplorato le dinamiche di donne troppo spesso sacrificate all’altare di matrimoni infelici, costrette a subire violenze di ogni genere all’interno di mura domestiche che si rivelano prigioni. Marianna, protagonista del romanzo, ci ricorda la celebre “Anna Karenina” di Lev Tolstoj, personaggio centrale dell’intramontabile classico della letteratura russa. Sebbene il libro di Tolstoj non si focalizzi specificamente sulla violenza domestica, entrambi gli autori delineano con maestria il disprezzo, la freddezza emotiva e le norme sociali oppressive che portano alla sofferenza delle giovani protagoniste. Queste donne, intrappolate in matrimoni infelici, diventano simboli della lotta contro una società che le imprigiona in ruoli soffocanti e disumanizzanti, evidenziando le profonde ingiustizie e le sofferenze che ne derivano: “Marianna è terra di nessuno”.

Ed ancora Marianna comeEffi Briest” di Theodor Fontane,  classico della letteratura tedesca, anche lei una giovane donna sposata con un uomo molto più anziano e freddo, dove si evidenziano la repressione e il disprezzo emotivo nel contesto di un matrimonio infelice, che come in L’Eco del silenzio mettono in risalto che c’è qualcosa di più silente all’interno dei matrimoni, che va oltre l’ abuso fisico  ed è quello  psicologico, che innesca dinamiche di potere e fa precipitare nel baratro della disistima le donne che ne sono vittime: “Era una “sopravvissuta”, aveva conosciuto la  sconfitta, la sofferenza, la fragilità, la solitudine, l’indifferenza, la vergogna, le maldicenze, ora voleva raccattare i cocci della sua vita”.

L’Eco del silenzio è un romanzo intenso che esplora temi complessi e generali  come l’oppressione sociale, la condizione femminile e l’ipocrisia. La tragica storia di Marianna evidenzia le ingiustizie e le restrizioni della  società del secolo scorso,  temi che purtroppo rimangono rilevanti anche oggi. La capacità della Ferricelli  di combinare una critica sociale acuta con una narrazione emotivamente coinvolgente rende questo libro un testo di forte profondità e impatto sociale.

L’eco del silenzio, fra prosa verista e lirica incanta il lettore

La scrittura di Annamaria Farricelli è vivace e coinvolgente, con episodi che evocano il Verismo, spingendo il lettore a esplorare le profondità oscure dell’animo umano. La narrazione, arricchita da momenti lirici, sottolinea la dignità intrinseca di ogni individuo.  Attraverso il suo scritto  l’autrice  cattura l’alienazione di Marianna a uno stile di vita imposto e il vuoto esistenziale di Francesco, riflettendo sul senso di disorientamento e la ricerca di un significato in un mondo che la protagonista sente non suo. Questo percorso di consapevolezza si riflette anche nel cambiamento dello stile narrativo e del linguaggio utilizzato dall’autrice, che diventano più maturi sia nelle tematiche affrontate che nelle introspezioni.

Annamaria Ferricelli nella diegesi, fa uso del narratore onnisciente questo indica chiaramente che l’autore utilizza una prospettiva narrativa che permette al lettore di conoscere profondamente ogni aspetto della storia , offrendo una visione completa delle vicende, permettendo così di comprendere i sentimenti e i pensieri dei personaggi principali calandosi nella loro emotività.

Caratteristica e peculiarità de L’Eco del silenzio è lo stile utilizzato dall’autrice:  un taglio realistico,  che descrive minuziosamente la vita e i sentimenti dei suoi personaggi, con una particolare attenzione alla loro psicologia. Per fare ciò l’autrice, che è anche  nota e affermata poetessa, si serve di un linguaggio altamente lirico e poetico, arrivando a intervallare i brani di prosa  con quelli più intimi dettati della poesia, integrandola perfettamente alla narrazione,  e servendosene per creare atmosfere, sviluppare temi e approfondire i caratteri dei soggetti descritti.

Come in “Le mille luci di New York di Jay McInerney, in L’eco del silenzio, le poesie sono utilizzate per sottolineare stati d’animo e atmosfere particolari. Questi passaggi poetici appaiono come riflessioni interiori del protagonista che arricchiscono il testo narrativo e mai come citazioni a sé stanti.  La Farricelli inserisce frammenti lirici nei pensieri del protagonista, che spesso si trova a riflettere sulla sua vita e sulle sue esperienze in modo poetico, sono  passaggi che compaiono nella narrazione e ne arricchiscono il flusso. In entrambi i libri, quindi, la poesia è più una qualità della prosa e un elemento stilistico che contribuisce alla profondità emotiva e sensoriale della narrazione.

Per concludere non manca una dose di tagliente ironia, elemento di cui l’autrice si serve  per criticare la società del suo tempo, mettendo in luce le contraddizioni e le ipocrisie delle convenzioni sociali, si riferisce alla protagonista/se stessa come pacco che passa da una mano all’altra e per sottolineare il suo stato di mamma/bambina non chiama quasi mai la sua bimba per nome ma usa il generico “bambola”, in tono affettuoso in modo struggente, proprio per porre in risalto la violenza che le è stata imposta, cioè divenire madre in un’età in cui la maternità non è contemplata, Ma malgrado ciò sarà questa bambola l’esserino da cui riceverà più affetto.

Consigliato:  a chi ama le letture autobiografiche con una buona dose di realismo; agli amanti dell’arte poetica; a coloro che non hanno paura di scandagliare le emozioni dell’animo umano; a chi vuole conoscere donne forti a cui ispirarsi per ricevere coraggio.

L’ AUTRICE

Annamaria Farricelli dice di se: «I Poeti non hanno biografia. La loro opera è la loro biografia»

Una vita senza adolescenza, una piccola donna cresciuta troppo in fretta e che, tra delusioni, ferite, rinunce, ha imparato a mettere insieme i cocci della sua esistenza. Il suo viaggio introspettivo le ha permesso di toccare i livelli più profondi ed astratti della sua anima. Il suo percorso poetico è l’insieme di ricordi, emozioni, gioie, pianti, dolore, ma anche di desiderio di rinascita e di speranza. Molte di queste emozioni sono state raccolte da diverse case editrici e accompagnate da riconosci­menti speciali, di merito, di eccellenza e pubblicazioni che sono state scolpite sulle pagine del suo percorso letterario e poetico.

Annamaria Farricelli; L’eco del Silenzio; CE  Edizioni 2000diciassette, (novembre 2022); pag.112