08/12/2024
“Colori e Immagini nel Tempo”: a “Villa Magnisi” la mostra pittorica di Giovanni Gambina
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“Colori e Immagini nel Tempo”: a “Villa Magnisi” la mostra pittorica di Giovanni Gambina

Giu 8, 2024

Gli appuntamenti dell’Omceo (Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) di Palermo continuano con una serie di eventi dedicati agli artisti più rappresentativi nel mondo medico. Dal 7 al 9 giugno si terrà a Villa Magnisi Palermo, la mostra gratuita delle opere di Giovanni Gambina, che inaugura la sua prima personale pittorica dal titolo “Colori e immagini nel tempo”.   

L’esposizione delle opere rimarrà gratuitamente fruibile: venerdì 7 giugno, dalle ore 18 alle 22; sabato 8 giugno, dalle 9 alle 22; domenica 9 giugno, dalle 9 alle 14.

Giovanni Gambina nasce a Palermo nel 1950, ostetrico e ginecologo palermitano, “promotore della demografia”, come lui stesso ama definirsi, ha aiutato a venire alla luce in paio di migliaia di persone. La sua passione per l’arte si manifesta sin da piccolo mostrando una particolare attitudine per il disegno a matita e con i pastelli. Nel corso degli anni è riuscito ad affinare le sue tecniche frequentando vari corsi di pittura con acquerelli, poi tempere e acrilici, fino ad arrivare alle vernici ad olio. Durante il suo percorso di vita, oltre che dall’arte, Gambina è stato attratto anche dagli studi scientifici, in particolare dalla biologia umana e comparata, presso il “Liceo Scientifico G. Galilei” nel quale ha conseguito la maturità nel 1970. Nel 1971 si è iscritto alla “Facoltà di Medicina e Chirurgia”, presso l’Università di Palermo, dove ha conseguito la laurea nel 1976. Dopo la laurea si specializza in Ostetricia e Ginecologia. Ha lavorato presso vari ospedali d’Italia fino al 2007, anno in cui ha terminato la sua attività ospedaliera.

 L’arte di Gambina è un viaggio visivo che sembra invitare chi la osserva a esplorare il mondo interiore dell’artista. Ma lasciamo che sia l’artista stesso a spiegarci la sua arte e il senso della mostra:

Come nasce il suo interesse per la pittura?

Dipingo da quando ero bambino. La mia passione per l’arte nasce da quando ero piccolo, secondo quanto mi ha riferito mia madre raccontandomi delle molteplici volte in cui mi dilettavo a tappezzare con dipinti   e colori le pareti di casa.  Il tempo dedicato all’arte è diventato più assiduo dal 2007, da quando ho lasciato il mio lavoro di medico che svolgevo prevalentemente in ambiente ospedaliero con la qualifica di ostetrico ginecologo.

Nella mostra “Colori e Immagini nel Tempo” che tipo di opere sono esposte e quale filo conduttore le accomuna?

Si tratta di una cinquantina di lavori, di opere che risalgono al tempo in cui frequentavo il liceo scientifico fino ad arrivare a oggi, a qualche mese fa . Acquerelli, pitture ad olio di paesaggi siciliani, ritratti, sempre con una certa evidenza nell’uso del colore che oscilla dai toni più tenui a quelli più forti e incisivi. Il filo conduttore di tutte le opere è proprio il colore (come indica il titolo stesso della mostra), la varietà cromatica che le avvolge, frutto dello stato d’animo del momento. “Riflessi di pioggia sui campi “per esempio è un dipinto di una campagna siciliana in cui ho utilizzato colori come il verde e il grigio.  Guardandolo si può denotare uno stato d’animo particolare, probabilmente meno ottimista di un’altra opera con lo stesso soggetto ma realizzata con i colori più accesi del sole.

Ha una definizione che riesce a inquadrare in poche parole la sua arte e il suo stile?

Certamente… si tratta della definizione fatta dal professore Tommaso Mureddu, per me un maestro, originario di Sassari, insegnante di Disegno e di Storia dell’Arte al liceo scientifico che ho frequentato da giovane. Il professore ha così definito me stesso e la mia arte: “Un impressionista con indirizzo paesaggistico, con una impronta impressionistica cromatica”.  Definizione che mi diede una quindicina di anni fa durante una collettiva d’arte a cui partecipai, realizzata all’interno del loggiato di San Bartolomeo.

Quale messaggio vuole trasmettere a chi osserva le sue opere?

 I soggetti dei miei dipinti sono vari, dai paesaggi, di cui ho parlato prima, si passa ai ritratti, come quello della Maternità per esempio e poi ancora figure di giovani e bambini. In genere si tratta di persone e luoghi che hanno, in qualche modo, fatto parte della mia vita e che sono rimaste impresse nella mia memoria. Chi guarda le mie opere, però, è libero di interpretarle come vuole…  pur essendo frutto di un particolare momento e del mio stato d’animo che esprimo, come già detto, attraverso il colore e le linee più o meno marcate per quanto riguarda i ritratti.

Cosa rappresenta per lei personalmente questa mostra?

Mi riempie di gioia perché è la prima mostra personale pittorica. Nel corso del tempo ho partecipato ad altre collettive con vari dipinti a tematica libera.  Qui, all’interno della mostra, c’è un percorso fatto nel tempo perché sono state esposte opere che risalgono a tanti anni fa, fino ad arrivare ai tempi più recenti. Inoltre sono particolarmente fiero della presenza e degli interventi da parte di persone di cui ho grande stima  

Durante l’inaugurazione svoltasi giovedì 7 giugno, alla presenza di Antonio Iacono, direttore del “Trauma Center” di Villa Sofia (in rappresentanza di Toti Amato, Presidente dell’Ordine dei medici di Palermo), sono intervenuti: Il Prof. Tommaso Romano, scrittore e critico d’arte, la Prof.ssa Laura Natangelo, pittrice e storica dell’arte, la Prof.ssa Maria Vita Gambina, presidente Ulite di Palermo.

Gli interventi

«Non esiste il giudizio oggettivo – ha spiegato il Prof. Tommaso Romano, scrittore e critico d’arte-, ma l’approccio che ciascuno di noi possiede con le opere d’arte, si tratta di un approccio piacevole che riconcilia lo spirito. L’artista in questione è stato poi abbastanza coerente e fedele alla pittura, nonostante il mutamento del gusto e delle mode del tempo».

«L’Arte in generale è sensibilità e approccio personale, senza pretesa di comprendere nulla. L’Arte non è riproduzione pura e semplice, un modo per potere dialogare con banalità sull’esistente- prosegue il Prof Romano -, ma un modo personale per comunicare ciò che si è, o anche per non comunicare. Ognuno di noi, infatti, negli stati molteplici dell’essere possiede un proprio modo di esprimersi anche nelle azioni più quotidiane, nel modo di rappresentarsi, di interloquire con gli altri e di scrivere… quindi la pittura del nostro artista, Gambina, è una pittura di esigenza interiore non di rappresentazione pura e semplice, e come tale è soggetta a variare attraverso stati d’animo differenti e, probabilmente, anche attraverso periodi differenti.  La mostra da uno specchio di questa capacità anche forte compositiva e ben radicata in certe scene» .     

«L’arte ha la capacità di vedere oltre, è una sorta di “terzo occhio”. Medici e artisti hanno questa capacità in comune.  Analizzando bene i quadri dell’artista medico, come ogni altro quadro, ciascuno di loro meriterebbe   un’analisi di tutto ciò che c’è intorno alla creazione del quadro stesso, spesso un mondo, il filtro di una  realtà sofferta che merita una dovuta attenzione» – ha spiegato  la Prof.ssa Laura Natangelo, pittrice e storica dell’arte.

Orgogliosa e contenta la Prof.ssa Maria Vita Gambino, sorella dell’artista, per la realizzazione del sogno di una mostra personale, paragonando al contempo la pittura alla poesia per l’emotività evocata da entrambe.

Ci congediamo dalla mostra dopo esserci immersi in un’atmosfera di colori, dal più forte al più tenue,  arricchiti dal  percorso temporale profondo e  magicamente interiore dell’artista  in cui siamo entrati in punta di piedi, contemplando la varietà di emozioni di cui è capace l’animo umano e che l’artista  ha magistralmente espresso.

Cliccate sul link di seguito per guardare il video della mostra

https://www.youtube.com/watch?v=PI-NaHibeQE&ab_channel=EpocaWeb-News